Le sorelle Materassi. Edizione 1934

La vita regolata e un po' ristretta delle Materassi, signorine un po' attempate e abili cucitrici, viene rivoluzionata dall'arrivo del nipote Remo. Il vitalismo del giovane scapestrato prende di sprovvista e affascina le zie, che si scoprono magnanime e - fra una bugia e una sventatezza - mettono al rischio il patrimonio messo in sieme in una vita. Fino al finale a sorpresa ma non troppo, Palazzeschi interpreta il suo ruolo di narratore con diligenza. E dietro le timorate signorine Materassi c'e' forse l'italietta di provincia, pronta a cadere vittima del Remo di turno.

Il libro parla di due sorelle, le sorelle Materassi appunto, che, dopo aver risollevato la famiglia dalla povertà, diventano le migliori cucitrici di Firenze. La loro vita piatta e insignificante, scandita dal lavoro, viene stravolta dall'arrivo del nipote Remo, figlio della sorella Augusta, che risveglia i sentimenti repressi fin dalla giovinezza dalle due sorelle. Esse sviluppano un'adorazione ed un'assuefazione per l'affascinante nipote, che non esita ad utilizzare il suo ascendente a suo favore, per farsi concedere ogni tipo di spesa. E così, le due sorelle smettono di lavorare, intraprendono una vita mondana, abbandonano la casa alla rovina, e il risultato non può essere altro che disatroso, sia sul lato economico e sociale, sia su quello morale. Palazzeschi affronta il tema del contrasto generazionale e della modernità, ispirandosi alla sua esperienza futurista: Remo diventa il simbolo dell'uomo del futuro, ambizioso, potente, legato alla motocicletta e alla macchina. La mancanza di scrupoli da una parte e la completa negazione della realtà dall'altra, danno al romanzo un gusto triste e decadente, unito però all'ostinazione, alla forza d'animo con cui le due sorelle riescono a risollevarsi, a rialzarsi, a ricominciare tutto da capo ogni volta. Nonostante alcune parti un po' noiose, il romanzo rimane comunque interessante, soprattutto per le descrizioni dei personaggi e dei loro stati d'animo.