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Descrizione


Tre ragazzini - Luca, voce narrante, Davide e Mario -, i tre moschettieri, come vengono chiamati, sono i protagonisti di quotidiane avventure: giocano a biglie, ai pirati, alla guerra con mitici Sten di legno di faggio. Giocano, rovistano nei solai in cerca di cimeli, ed esplorano i luoghi proibiti dei partigiani... E proprio durante una di queste esplorazioni Luca scopre un cadavere: è Delmo, un uomo buono e innocente - lo scemo del villaggio, qualcuno direbbe - al quale i ragazzi, come tutti, volevano bene. Quando gli indizi sembrano incolpare Giona, un reduce inglese rissoso e ubriacone, Mario, il più maturo dei tre forse perché ha perso la mamma e ha un padre alcolizzato e violento, decide che non si può lasciare impunito l'assassino di Delmo. Bisogna vendicarlo. Si fa in fretta a passare dal gioco a una terribile realtà, soprattutto se si incontrano delinquenti senza scrupoli. Ma occorre molto coraggio, o incoscienza, quando la linea d'ombra che separa la giovinezza dall'età adulta non attraversa solo il mutare dei sentimenti e delle emozioni, ma si sporca di sangue. Questo è il messaggio chiaro che viene dalla voce addolorata e fiera dell'Italina, splendida figura di vecchia che di quei ragazzi è l'unica confidente, forse perché, custode a sua volta di un antico lacerante segreto, è l'unica che può veramente capirli.
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Dettagli

2009
286 p., Rilegato
9788804587453

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 4/5

Un libro tutto italiano dal sapore di Stephen King dove tre ragazzini, invece di partire alla ricerca di un cadavere, lo trovano all'inizio della storia. Da qui parte l'avventura, in un'estate come tante altre, dove invece di giocare ai pirati si cerca di scoprire il colpevole... Ci si spaventa perché si è solo dei ragazzini, ma ci si arma anche di coraggio perché si è sulla soglia dell'adolescenza. Così si capisce l'importanza dell'amicizia ma anche che la vita dei grandi è davvero dura e che purtroppo i giorni spensierati non torneranno più...

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Recensioni: 3/5

Un romanzo d’esordio coi fiocchi, ambientato in un dopoguerra realistico ed impreziosito dall’uso del dialetto (comprensibile anche per chi, come me, ne è digiuno). I tre giovani protagonisti, uno dei quali presta la voce al narratore, si trovano loro malgrado coinvolti in una serie di fatti cruenti, iniziati con il misterioso assassinio del povero Delmo, un giovane ben voluto da tutto il paese. I tre moschettieri, come vengono chiamati dai paesanotti poiché inseparabili, si trovano a fari i conti con il terrore, la morte, gli strascichi della guerra e le leggende sui partigiani. Mario, cresciuto troppo in fretta per sopravvivere alla sua famiglia distrutta dall’alcool, Davide, buono e forte come un toro che farebbe di tutto per i suoi amici e Luca, orfano di padre che vive con il nonno partigiano e scopre nella sua soffitta un vecchio segreto. Ma la vita reale non è fatta di avventure immaginarie e lieti fini e sarà questa estate ad insegnarlo ai tre amici, facendoli cambiare al punto di far loro dubitare di poter tornare a giocare ai pirati, come facevano da bambini. "Ci guardò a turno, l’espressione tranquilla, gli occhi scuri e fondi dietro gli occhiali storti, le mani affondate nelle tasche. La sua decisione così semplice e cocciuta, le spalle strette come a dire a me che me ne importa, quel corpo magrissimo e vibrante di una forza ostinata, sono rimasti impigliati per sempre nella mia memoria. Di quel momento in cui si decise il destino di Mario, quando la sua vita improvvisamente scartò da un lato e non ci fu modo di farle prendere un’altra direzione mi restano le sue spallucce, le mani in tasca, e gli occhiali storti. I suoi occhi placidi e incoscienti che chiedono venite o no? Se venite va bene, se non venite va bene uguale, e questo è quanto. Davide si grattò furiosamente la guancia, schiarendosi la voce. <<Ah, be’ oh, vaffanculo, ecco! Vaffanculo triplo! Si può avere un amico come te? Non potevo averne uno che giocava a boccette, andava in parrocchia tutte le domeniche ed aiutava le vecchiette a raccogliere i fagiolini nell’orto? Vaffanculo, certo che ci vengo!>> Mario accennò un sorriso e si rivolse a me, alzando impercettibilmente il mento, <<Vaffanculo anche per me, allora. Mi venga un canchero se non vengo anch’io!>>

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Alessandro Soprani

1969, Parma

Vive e lavora nei pressi di Parma, è sposato e ha due figli. L'estate che giocammo ai pirati è il suo romanzo d'esordio.

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