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Anno edizione: 2018
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Già la copertina è contrastante : il titolo, 'Cattiva', una parola unica, secca, negativa; l'immagine grafica, una mamma, di cui si vede solo la schiena, che ha in braccio la sua bambina che ad occhi chiusi si abbandona sulla sua spalla, dolce, rilassata, positiva. Chi è la ' cattiva'? La mamma o la figlia? Il romanzo si svolge su due piani narrativi, il durante e il dopo la nascita di Lucia, che si alternano nei ricordi e nei pensieri di Emilia, la madre. L'approccio dell'autrice non è la solita visione poetica dell'arrivo di un figlio ma la realtà, a volte cruda, del nuovo status non sempre facile da gestire. Emilia pensa di essere una 'cattiva' madre perché si sente inadeguata, impreparata, insicura nell'affrontare il travaglio, il parto e il dopo, tra allattamento, cambi di pannolini, notti insonni, pianti irrefrenabili, mancanza di tempo solo per sé. "Una persona buona e una cattiva. Io sono buona quando l'allatto, sono cattiva quando voglio fuggire" dice Emilia... Perché lei sogna un 'fuori' dalla quotidianità, un 'diverso' dalla routine.... E un giorno prova a lasciarsi tutto alle spalle... Intorno a lei ruotano altri personaggi : Vincenzo, il marito, discreto, presente, attento, pragmatico, l'altro lato della genitorialità; i nonni, l'ostetrica, la vicina di casa, il barbone, il fratello... Ma soprattutto Lucia, il centro di tutto, del passato, del presente, del futuro E per non sentirsi 'cattive' mamme cosa serve? Fortuna? Abilità? Sensibilità? Empatia? Istinto? A voi l'ardua risposta A mio parere troppo 'negativo' in alcuni passaggi, anche se scritto con lucidità e sincerità.....Certamente la maternità non è vissuta da tutte le donne nello stesso modo, ognuna mette in campo la propria storia, la propria visione,la propria disponibilità, le proprie aspettative, il proprio carattere....E a volte tutto sembra insormontabile,tanto da pensare di essere addirittura 'cattive', mentre si è 'solo' mamme.
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