L' uomo in fuga

Con King è più forte di me, più di tre stelline, più di un "carino"/"non male" non riesco a concedere. Oh be'. La prima parte, quella prima dell'inizio del programma, l'ho divorata. Nella parte centrale invece ho quasi perso interesse (non so quanto questo dipenda dalla storia, visto che i ritmi sono serrati ed è indubbiamente interessante), finché non sono arrivato all'ultima parte, che ho letto tutto d'un fiato. Per il resto: mi ha annoiato il protagonista, il classico ribelle contro il sistema corrotto, quello che dice parolacce ai poliziotti e anziché essere preso a manganellate prosegue fresco come una rosa, e le ultime pagine per un paio di aspetti le ho trovate molto, molto improbabili.

Un bellissimo romanzo breve, che a mio avviso si divide in 4 parti, dall'alternato effetto: I) l'inizio, con il set up della vicenda e la partenza del Gioco, è quantomeno glorioso; II) la parte centrale perde invece molto, soprattutto per il calo di ritmo e di tensione che si ha per colpa dei "personaggi in più", aggiunti alla storia per evitare che la narrazione fosse incentrata per 200 pagine solo ed esclusivamente sul protagonista; III) il finale, glorioso tanto quanto e forse più dell'inizio, con la decisione a sorpresa di Richards... Infine, le ultime cinque righe, equivalenti al capitoletto -000 della storia (il libro è diviso in 101 brevi parti, numerate in maniera decrescente, a dare l'idea di un conto alla rovescia irreversibile): assolutamente inutili, banali, sembrano scritte da uno studente in giornalismo alle prime armi. Che King con i finali non ci acchiappi troppo è noto, ma qui invece ci aveva preso benissimo: perché rovinare tutto così? I difetti non riescono nemmeno lontanamente, comunque, a bilanciare il peso dei pregi di questo "Uomo in Fuga", forse una delle tre migliori pubblicazioni del "primo" King.