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Anno edizione: 2018
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Al mondo di Radclyffe Hall è la storia di una donna e un uomo che Musil definirebbe senza qualità: Stephen Winter, impiegato di banca modello, terrorizzato ma allo stesso tempo attratto dalla guerra, che proprio quando decide di farsi avanti e prestare il suo gracile corpo alla nazione, viene salvato e allo stesso tempo condannato dalla riforma militare: salvato da una morte certa, ma condannato ad un eterno senso di colpa nei confronti del sacrificio di una nazione. Ebbene sì, perché se dal fronte tornano uomini sconvolti e distrutti dallo shock delle trincee, in città si aggirano uomini tormentati dalla consapevolezza di non aver combattuto, di esser rimasti in città proprio come le donne. E poi c’è Elinor Lee, segretaria del maggior produttore di stivali inglese, emblema della nuova donna lavoratrice, giovane, sveglia e intraprendente, che subisce una forte trasformazione durante tutto il romanzo: da giovane schiva e silenziosa a donna coraggiosa e orgogliosa del proprio pensiero. Se nella prima parte del romanzo abbiamo un prevalere di toni cupi, che rispecchiano lo stato d’animo del protagonista e della stessa Londra durante la Prima guerra mondiale, con la fine della guerra e la decisione di lasciare la vecchia vita per vedere il mondo, abbiamo un cambiamento netto dello stile e del tono. L’espediente del viaggio in nave permette alla Hall di illustrare un mondo che si avvia verso la sua lenta morte, troviamo ritratti tutti i tipi umani della vecchia Europa: c’è il mondo pettegolo e superficiale del salotto borghese, incarnato dalla vecchia Mrs. Meredith una donna che sa tutto di tutti, anche più della verità stessa; c’è il mondo industriale inglese, impersonato da Mr. Frith, il classico self-made man; ma soprattutto c’è l’emancipazione femminile, che trova in Miss Lee la sua perfetta incarnazione. A differenza di molti lettori, trovo che nonostante il libro sia incompiuto, possa comunque considerarsi concluso in sé. Perché se è sempre difficile abbandonare e riporre nella nostre biblioteche quei libri che come dei buoni amici ci hanno accompagnato sulla strada, è forse una sensazione peggiore farlo chiedendosi cos'altro sarebbe potuto ancora accadere alla storia e ai nostri protagonisti. Eppure, questa è una caratteristica che solo le arti nobili hanno. Godere di un bene anche se incompleto, anche se mutilo o disperso. godere senza avere la sensazione di qualcosa lasciata a metà. Questo piccolo romanzo è un inno alla vita in divenire, nel quale la Hall riesce a tracciare un’immagine perfetta di un mondo che di lì a qualche anno sarà solo un mero ricordo.
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