Resta solo il cuore

C’è sempre qualcosa di magico nel momento in cui incrociamo per la prima volta lo sguardo della persona di cui ci innamoreremo. C’è sempre qualcosa di straordinario quando ci accorgiamo di essere innamorati. L’amore cresce piano. Cresce senza fare rumore, senza farsi sentire. Si fa largo, come il più letale dei veleni, e infetta tutti gli organi quando ormai è troppo tardi per trovare un antidoto, quando ormai non c’è più tempo per fermarlo. L’amore colpisce quando ci ritroviamo privi di difese, quando non sentiamo il bisogno di proteggerci, quando crediamo che nessuno possa farci del male, quando ci strappiamo il cuore e lo chiudiamo dentro una cassaforte che nessuno può aprire. Ferita dalla vita, Nina è una donna che si trucca con le lacrime e con i sorrisi, che indossa paure e ricordi come fossero abiti di alta sartoria e che calza i propri errori come fossero tacchi a spillo. Convinta di non essere più in grado di amare, chiude il proprio cuore dentro una cassaforte. E allora John, professore universitario detestato dalla maggior parte dei suoi studenti, digita mille combinazioni diverse, ma l’amore non utilizza sequenze numeriche. È sufficiente una sequenza di parole, dette con il tono giusto e al momento giusto, per ridare a quella vecchia cassaforte, dagli ingranaggi arrugginiti, la forza necessaria per aprirsi di nuovo.