Ribelle senza causa

Sono rimasto impressionato da questo libro di una piccola casa editrice, che si sta imponendo solo con il passaparola, a onta della sua difficile reperibilità. La figura romantica e ribelle del protagonista Santi Torrisi, a metà tra Marlowe e i personaggi di Le Carré, è affascinante e trascina il lettore, che non riesce a staccarsi dalla pagina. Inquietante e purtroppo attuale è lo scenario distopico dell’azione, dove manca solo la pandemia da Coronavirus. La trama è ben costruita, con richiami letterari e musicali di prim'ordine. Eccellente la costruzione del racconto dove il protagonista, che parla in prima persona, è intervallato dall'inquietante personaggio di G., narrato in terza persona. Il commovente finale è uno dei migliori che abbia letto negli ultimi anni. Infinitamente migliore di tutti libri che vanno per la maggiore, è un romanzo che ti dà qualcosa e che consiglierei di leggere a tutti i costi, anche a costo di cercarlo per mari e monti.

Trovo che il libro ha tutti i numeri per diventare un cult. Una scrittura agile e una trama a cavallo tra i generi. Un po' giallo, un po' instant book, ancor di più riuscita e non stancante introspezione psicologica. Peccato però che si trovi solo in pochissime librerie. Meriterebbe miglior sorte.

Un romanzo che è qualcosa più che un giallo fantapolitico. Un'anima inquieta, tormentata, si muove in un contesto turbolento. Le riflessioni del protagonista, a volte provocatorie, spesso anacronistiche, possono indurre al sorriso. Ma ci si affeziona a questo Santi Torrisi, con le sue debolezze e la sua umanità alla ricerca di conferme affettive. I tasselli della trama si compongono poco a poco e il ritmo della scrittura trascina il lettore verso un finale emozionante.