La ripetizione creatrice. Melandri, Derrida e lo spazio dell'analogia
Il saggio tratta dell’analogia e del suo senso più profondo: la ripetizione. L’obiettivo è tematizzare la questione dell’analogia a partire dal fenomeno della ripetizione, e vice versa. Seguendo le indicazioni di Enzo Melandri, l’analogia è considerata come la radice ultima della razionalità. L’ipotesi proposta è che una filosofia radicalmente analogica, se condotta fino in fondo, si trovi inevitabilmente di fronte all’enigma della ripetizione. C’è analogia, c’è simmetria perché qualcosa si ripete. La Grammatologie di Jacques Derrida fornisce gli strumenti per rafforzare questa ipotesi e così ampliare il disegno di Melandri. Se l’analogia, come la logica, rinvia alla simmetria e la simmetria alla ripetizione, che cosa avviene nella ripetizione? La risposta è univoca: la ripetizione è un fenomeno spaziale, la regressione a uno spazio “nudo” e “ondulato”, uno spazio “esploso”, liberato dal riferimento al tempo, al senso, all’intenzionalità e alla storia. Nel concetto di grafico è espressa la connessione tra analogia, scrittura e ripetizione. Tutto punta verso una rilettura del tema dell’eterno ritorno come radice dell’apparire in quanto tale. Rilettura che potrà avvenire soltanto al prezzo di una ricognizione delle condizioni della ripetizione, di quelle ripetizioni che chiameremo “assolute” e del problema più arduo: l’irripetibile.
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Anno edizione:2013
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In commercio dal:30 giugno 2013
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