Ritornare ai corpi. La politica tra paura e affidamento
Il rapporto tra corpo e politica è molto antico. Declinato come rappresentazione del corpo del vinto nella cultura greca, in un contesto di grande diffidenza verso il soma, esso è stato assunto in termini positivi dall'organicismo latino e cristiano. Per parte sua, la tradizione politica moderna è nata ed è cresciuta attorno a un'idea simbiotica, meccanica e a-relazionale del corpo, che si è velocemente ribaltata nel suo oblio, di fronte a una spinta astrattiva sempre più potente. Un orizzonte delineato da Thomas Hobbes e assunto in maniera coerente (e solo apparentemente contraddittoria) dalla modernità matura, fino a Hans Kelsen e Carl Schmitt. La globalizzazione contemporanea ne è stata esito ed epifania. Di fronte all'appello drammatico del presente, che viene dai corpi dei migranti, dai corpi delle vittime della pandemia e della guerra, l'Occidente è chiamato a una scelta decisiva tra paura e affidamento. La memoria degli eventi relativi alla Costituzione italiana può rappresentare in questo contesto una stella polare.
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Anno edizione:2022
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