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Volume stampato in occasione della mostra alla Casa dei Tre Oci, Venezia, 11 marzo - 1 novembre 2022. A cura di Virginie Chardin. Ampiemente illustrato con fotografie in bianco e nero e alcune a colori. Testi di V. Chardin e Denis Curti. Cronologia, mostre personali e collettive, bibliografia selezionata
Cm 28,5x24. pp. 200. . Ottimo (Fine). . Prima edizione (First Edition). ."A differenza di Cartier-Bresson, Doisneau, Brassaï o Izis – sottolinea la curatrice Virginie Chardin – Sabine Weiss non costruisce le sue immagini come un dipinto o una scena, né metaforicamente per difendere un punto di vista o far passare un messaggio sotto forma di allusione. Le sue inquadrature discendono da un'esperienza intima, uno slancio spontaneo e intuitivo verso il soggetto".
Tra le maggiori rappresentanti della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau, Willy Ronis, Edouard Boubat, Brassaï e Izis, Weiss è stata l'unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione così a lungo e in tutti i campi della fotografia – dai reportage ai ritratti di artisti, dalla moda agli scatti di strada con particolare attenzione ai volti dei bambini, fino ai numerosi viaggi per il mondo – partecipando attivamente alla costruzione della mostra, aprendo i suoi archivi personali, conservati a Parigi, per raccontare la sua straordinaria storia e presentare il suo lavoro in maniera ampia e strutturata.IL catalogo ripercorre, insieme a diverse pubblicazioni e riviste dell'epoca, il lavoro della fotografa, dagli esordi nel 1935 agli anni 2000. Come testimoniano le foto dei bambini e dei passanti, fin dall'inizio, Sabine Weiss dirige il suo obiettivo sui corpi e sui gesti, immortalando emozioni e sentimenti, in linea con la fotografia umanista francese. È un approccio dal quale non si discosterà mai, come si evince dalle sue parole: «Per essere potente, una fotografia deve parlarci di un aspetto della condizione umana, farci sentire l'emozione che il fotografo ha provato di fronte al suo soggetto».
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