La scala F. L'autoritarismo, la paleologica, lo specismo, la razionalità scientifica nel mondo odierno e altri scritti - Luigi Rossi - copertina
La scala F. L'autoritarismo, la paleologica, lo specismo, la razionalità scientifica nel mondo odierno e altri scritti - Luigi Rossi - copertina
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Letteratura: Italia
La scala F. L'autoritarismo, la paleologica, lo specismo, la razionalità scientifica nel mondo odierno e altri scritti
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Descrizione


La polemologia di Gaston Bouthoul concepisce la guerra come un regolatore delle eccedenze umane e delle eccedenze materiali ed economiche che favorirebbero un aumento delle nascite, dunque della popolazione giovanile, dunque delle pulsioni aggressive. Omicron ha fatto balzare in primo piano il fenomeno della deflazione dell'autorità epistemica quale deriva ignorantista di certi settori sociali spaventati dalla pandemia. Albert Einstein, da bambino soprannominato "lo stupidello" dalla domestica a causa di una lieve forma di ecolalia, scoprirà la legge dell'effetto fotoelettrico che gli valse il Premio Nobel, elaborerà il principio di invarianza e, infine, la teoria della relatività generale. "La Scala F" è un testo che tratta l'autoritarismo, oltre che in termini sociologici, in termini narrativi con la storia di un gruppo di studio universitario interessato alle ricerche svolte all'Università della California Berkeley negli anni '40. In un saggio sulla danza, ispirato dagli spettacoli di Gène Kelly e di Fred Astaire, l'autore ritrova, nell'alternante gestualità del respingimento dei corpi e del loro subitaneo riavvicinamento, la dinamica del famoso "gioco del rocchetto" freudiano.

Dettagli

Libro universitario
304 p., Brossura
9791224001768

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Luigi Rossi

1598, Torremaggiore, Foggia

Organista, cantante e compositore. Studiò a Napoli col fiammingo J. de Macque e dal 1620 al 1640 fu quasi ininterrottamente a Roma, al servizio del principe Borghese. Poi, legatosi ai Barberini (per il cui teatro scrisse l'opera Il palazzo incantato d'Atlante, 1642), li seguì nel loro esilio francese sotto la protezione del cardinale Mazarino (1646). Ormai famoso (nel 1641 gli era stata commissionata la cantata Un ferito cavaliere in memoria di Gustavo Adolfo di Svezia), R. fece rappresentare a Parigi nel 1647 il suo Orfeo, che fu la prima opera italiana composta per quella corte e che fu accolta da grande favore. Le due opere e i tre oratori di R. costituiscono una tappa importante nell'evoluzione della «scuola romana» del Seicento, soprattutto per quanto riguarda la definizione della forma...

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