Primo libro del ciclo “I Vampiri di Savannah”. La narrazione è svolta in prima persona attraverso le due principali figure maschili: William, un vampiro cinque centenario di origini inglesi, trasferitosi in Georgia, da dove, oltre rivestire un ruolo di primo piano nella società, organizza fughe dall’Europa negli States di vampiri desiderosi di rescindere il vincolo che li lega ai loro creatori e Jack, ex soldato irlandese trasformato dallo stesso William ed apparentemente suo lacchè. Entrambi si ritroveranno a dover lottare contro il temibile e crudele Reedrek, il creatore di William, che dall’Europa si è fatto vivo direttamente nella città di Savannah con un piano diabolico. Ad una prima lettura, devo dire che la trama non mi ha particolarmente né avvinta né convinta, sarà principalmente perché il romanzo, sebbene scritto a due mani da due donne, sembra invece essere stato il frutto di un’immaginazione prettamente maschile. Inoltre non tutti i contenuti risultano lampanti. Penso, in particolare, a personaggi introdotti ex-abrupto e senza troppe spiegazioni e ad alcuni dati di fatto dati per scontati, ma che in realtà non risultano per niente chiari e comprensibili di primo acchito al lettore: le commistioni col vudù ed i suoi riti, la capacità di interagire con le anime dei morti e di fare viaggi extracorporei e nel passato, il sesso senza sentimento, lo humour talvolta troppo algido. In ogni caso, visto che si tratta di un primo libro di una serie, ritengo opportuno continuare nella lettura di almeno il successivo per farsene un’idea più obiettiva e completa.
