Il segreto della Croce e dell'aquila nella Divina Commedia. Grandi pensatori d'Oriente e d'Occidente 12
275, [4] p., 24 cm, bross. Ottimo. L'idea che io espongi in questo libro ha una storia. E questa storia comincia dall'anno 1852, quando Michelangelo Caetani Duca di Sermoneta pubblicò una sua nota dal titolo: Della dottrina che si nasconde nell'ottavo e nono canto dell'Inferno della Commedia di Dante Alighieri (Roma, Menicanti, 1852. Ne fu fatta un'altra edizione nel 1876 e fu ristampata fra le Tre chiose di Michelangelo Caetani duca di Sermoneta sulla Divina Commedia di Dante Alighieri (Salviucci, 1882)). Era una nota breve, di una ventina di pagine: ma essa conteneva la prima, vera, importante scoperta compiuta nella interpretazione del Poema Sacro: la scoperta che il Messo Celeste, che schiude la porta della Città di Dite, non è affatto un angelo, come vorrebbe la comune opinione, bensì Enea: il padre dell'alma Roma e di suo Impero (...).
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Anno edizione:1996
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