La solitaria casetta sull’isola Vasilevskij. Testo russo a fronte - Aleksandr Sergeevic Puškin - copertina
La solitaria casetta sull’isola Vasilevskij. Testo russo a fronte - Aleksandr Sergeevic Puškin - copertina
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Letteratura: Russia
La solitaria casetta sull’isola Vasilevskij. Testo russo a fronte
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Descrizione


San Pietroburgo, 1828: a notte fonda, in uno dei circoli letterari più prestigiosi della Capitale, Puškin incanta e sgomenta le donne presenti improvvisando un racconto d’orrore. Tra il pubblico c’è anche un conoscente del poeta, Vladimir Pavlovič Titov: turbato dal racconto, quella notte non potrà dormire. E sarà proprio Titov a mettere su carta la vicenda ascoltata nel salotto dei Karamzin, donando ai posteri l’occasione unica di trovarsi anch’essi contemporanei e presenti, in qualche modo, a una improvvisazione del più grande poeta russo. Nasce così La solitaria casetta sull’isola Vasil’evskij, un magistrale racconto nel quale la strabiliante inventiva, la limpidezza della prosa e la consueta ironia di Puškin, approcciandosi per la prima volta al genere gotico, subito se ne appropriano e gli donano un capolavoro. Nella San Pietroburgo di inizio ’800, la giovane Vera conduce una vita tranquilla e appartata con la madre, in una modesta casetta sull’isola Vasil’evskij. L’esistenza delle due donne verrà sconvolta allorché Pavel – giovane ingenuo e dissipatore, e loro lontano parente – presenterà a Vera un amico, l’inquietante, misterioso Varfolomej, il quale ben presto metterà gli occhi sulla fanciulla e se ne innamorerà, decretando così un tragico epilogo per tutti i protagonisti della vicenda.

Dettagli

14 novembre 2025
156 p., Brossura
9788893469074

Conosci l'autore

Foto di Aleksandr Sergeevic Puškin

Aleksandr Sergeevic Puškin

1799, Mosca

Aleksandr Sergeevic Puškin è stato uno scrittore russo. Nato da una famiglia di piccola ma antichissima nobiltà, crebbe in un ambiente familiare favorevole alla letteratura: lo zio paterno, Vasilij, era poeta; anche il padre si dilettava di poesia e frequentava letterati di primo piano come N.M. Karamzin e V.A. Žukovskij. Ma la casa pur così ricca di libri, soprattutto francesi, che stimolarono le precoci letture del ragazzo, non lo era altrettanto di affetti e di calore: nell’infanzia e nella prima adolescenza P. restò per lo più affidato, secondo l’uso del tempo, alle cure di precettori francesi e tedeschi e soprattutto a quelle della nutrice, la «njanja» Arina Rodionovna, che alimentò la sua vivace fantasia con...

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