La torre della rondine. The Witcher. Vol. 6

Con "La Torre della Rondine", Andrzej Sapkowski si spinge oltre i confini dell'immaginazione, regalando ai lettori un sesto capitolo epico e coinvolgente nella saga "The Witcher". Questa ultima aggiunta alla serie non delude, offrendo un'esperienza avvincente e ricca di sfumature. Il libro inizia con Geralt di Rivia alle prese con nuove minacce e antiche profezie, il cui significato si svela lentamente nel corso della storia. Il mondo magico creato da Sapkowski si espande ancora di più, introducendo luoghi misteriosi e creature leggendarie. La prosa dell'autore si conferma eloquente e ricca di dettagli, trasportando il lettore in un viaggio mozzafiato attraverso terre inesplorate.

Siamo quasi arrivati alla conclusione di questa saga, eppure questo penultimo capitolo, abbonda di cambiamenti stilistici, nuovi personaggi e, cosa molto più gradita, un focus maggiore su Ciri e la reale portata dei suoi poteri, vera protagonista di questo capitolo. Lasciando nelle retrovie i personaggi di Geralt e Yennefer, il primo ancora impegnato nella sua quest dal sapore videoludico, la seconda sempre relegata nelle retrovie, a parte un piccolo episodio che getta una luce sul suo passato fino ad ora oscuro e misterioso, qui abbiamo la possibilità di vedere non solo Ciri nella piena scoperta dei suoi poteri e delle sue capacità, ma anche avvertire quasi con mano il pericolo che lei sta correndo con mezzo mondo che vuole metterle le mani addosso per sfruttarla per il suo Sangue Antico, dal malvagio stregone Vilgefortz all'imperatore di Nilfgaard Emhyr Var Emreis, passando per la Loggia delle Maghe capitanata da Filippa Eilhart, arrivando a picchi di tale crudeltà e violenza da farti quasi desiderare che Ciri tiri fuori i suoi poteri e contrattacchi a queste violenze in versione Jean Grey in "X-Men. Conflitto finale". Purtroppo, lo stile narrativo di Sapkowski, a questo giro, fa un triplo salto mortale carpiato con tanto di caduta e sfracellamento di tutte le ossa possibili, con la sua scelta di usare flashback su flashback, all'interno di altri flashback, i quali contengono ulteriori flashback fino al totale disorientamento, con l'intento di dare sì una visione più ampia sull'intera storia, anche al di fuori dei protagonisti... ma anche meno!

È il quarto libro della serie incentrata sullo Strigo Geralt di Rivia. La trama è sempre avvincente, mozzafiato, ma con il passare dei libri Sapkowski tende, in qualche modo, a ripetersi. Non saprei spiegare esattamente che cosa si ripete, ma la sensazione di deja vu è forte e toglie un po’ di sapore ad una storia comunque avvincente. Nel suo complesso la saga rimane una delle più ben riuscite degli ultimi anni.