Una commedia dolce-amara, in cui "l'archivista capo" Totò è costretto ad umiliarsi al "potente" di turno per non perdere il posto di lavoro, necessario al mantenimento della sua numerosa famiglia. Il Principe de Curtis mostra qui una vena drammatica, stemperata dalla sua ironia, che trova il suo acme nella scena dell'esame di licenza a cui si deve sottoporre. Nel ruolo di uno degli esaminatori c'è un giovane Sordi, il quale sfodera il suo talento "da cattivo" infierendo sul povero Totò, che passa dall'effimera gioia di aver superato la prova (e quindi di essere riuscito a conservare il suo posto di lavoro) allo sconforto totale, umiliato da un perfido Albertone che ne deride gli errori. Il finale è dolce-amaro.
