Umberto Eco e gli ipotesti della modernità
Questo studio, risalendo i sentieri del dibattito culturale degli anni Sessanta e confrontandosi con le ideologie della crisi del decennio successivo, intende restituire nella sua peculiarità problematica l’appartenenza dell’autore de Il nome della rosa (1980) all’ancora troppo vago orizzonte del postmoderno. Lo sviluppo a vocazione rizomatica degli interessi estetici e letterari, filosofici e scientifici del giovane Eco, può trovare una interpretazione unitaria e un rinnovato valore euristico alla luce del suo rapporto con taluni ipotesti fondanti il pensiero dialettico moderno, tra i quali la filosofia della praxis di Gramsci. L’origine materialistica a radice marxiana-gramsciana della nozione di segno non poteva che condurre a un radicale ripensamento del significato che la dimensione metaletteraria ha poi assunto nelle sue scritture narrative. Come poter coniugare allora la fine della storia e delle contraddizioni con le strategie metanarrative del semiologo? Insomma, di cosa si sostanzia l’ideologia poetica che sostiene le scelte stilistiche e retoriche dell’autore di Lector in fabula (1979)?
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Anno edizione:2018
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In commercio dal:1 gennaio 2018
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