Vanità e socialità nel design. Icone e paradossi

Le pagine scorrono veloci. La scrittura è piacevole e la lettura ne risulta estremamente coinvolgente. Le figure (stupende!) esaltano i contenuti e stimolano l’immaginazione e sono perfetto corollario delle considerazioni che scaturiscono, pagina dopo pagina. Un libro che si mostra “leggero” e questo credo sia un intento preciso. Gradevole, divertente, arguto, con la solita acutezza di pensiero che contraddistingue i libri dell’autore, ma che induce ad una riflessione più profonda sul ruolo del design e sul nostro modo di intenderlo. Se da un lato è per primo il designer ad enfatizzare la forma a scapito della funzione (cit.), a creare oggetti immaginifici, effimeri e maledettamente attraenti, dall’altro c’è il fruitore che quegli oggetti li brama e ne determina il successo ed il proliferare. Il libro è un piccolo assaggio dei tanti scenari che si possono aprire se solo si guarda un po’ più in là dello stereotipo cui tutti oggi siamo abituati a pensare. Il design è altro, il design è oltre. “Se si capisce è una sedia. Se non si capisce è design”, ma io aggiungerei ..se si riesce ad avere uno sguardo più lungimirante, il design ha certamente tanto altro da dire e questo saggio inizia a dirlo!