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Anno edizione: 2023
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ho appena ascoltato la versione Redux by Roger Waters di Dark Side of the Moon. Registrazione da 110 e super lode su vinile viola. Delusione personale per il contenuto. Atmosfera lugubre ben condita da lunghi dialoghi esistenziali del Roger. Velocità di esecuzione dei brani a 16 rpm: o erano tutti stanchi o registravano nel buio siderale.( si salva forse Us and them che era già lenta in origine ed più lenta qui). La chicca arriva dal lato D : un insieme di rumori da strada, bosco, uccelli , cani, vento, elicottero, aerei, treno con qualche frase del Roger. Penso che il prossimo lavoro di Waters , se ne farà ancora, non gli basteranno sei facciate di lp a questa 'velocitá'. Ultima osservazione : il retro della copertina c'è una linguaccia di cane.., beh personalmente preferisco quella degli Stones, vecchi, rimaneggiati, ma ancora graffianti anche se non aggiungono nulla di nuovo. Ripongo nello scaffale il disco per farlo riposare : a 33 da segni di sudorazione eccessiva ( roba da Family Run non da Venice Marathon). P.S accetto osservazioni e critiche, ovviamente.
Waters, non ci siamo! più che risuonare i classici fa un Requiem di un album perfetto. Noioso e con dei parlati che poco calzano. Ascoltato, riascoltato ed infine messo nella mensola a riempiere solo il vuoto di uno spazio.
L'album originale - un capolavoro - compie 50 anni. Escono un cofanetto (monumentale e sovradimensionato), le versioni cd, blu ray ed lp rimasterizzate. Tutto bene? Anche troppo! E Waters che fa? Si accoda alle celebrazioni? Certo che no! Il dissidio pluridecennale con gli ex sodali (con Gilmour soprattutto) ed il suo ego smisurato non ammettono tregua. L'ex eminenza grigia del gruppo se ne esce, quindi, con la sua versione dell'album ('redux', come usano fare i grandi registi con i loro masterpieces). Roger vuole sovrapporsi al mito, anche a costo di rovinarlo. Per quel che mi riguarda, ha rovinato (ulteriormente, direi) solo se stesso, proponendo un lavoro nel quale la voce (si recita molto, si canta poco) toglie ogni centralità alla musica e la relega a sottofondo. Mancano quasi del tutto gli effetti elettronici originali e manca - ovviamente - la chitarra di David Gilmour, vero marchio di fabbrica del suono floydiano. Il risultato è un disco più inutile che noioso, che avrà l'unico effetto di far correre tutti i fans dei Pink Floyd a riascoltare per l'ennesima volta, l'unico, meraviglioso ed inimitabile 'The Dark Side of the Moon'. Una stella regalata.
Recensioni
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