Nome d'arte di R. Ranucci, attore italiano. Figlio d'arte, sin da giovanissimo calca il palcoscenico. Piccoletto, fisico nervoso, faccia arguta e simpatica, buon fantasista e ballerino di tip tap, ottiene notevole successo nel varietà sino a formare una sua compagnia. Interprete di numerosissime commedie musicali grazie anche alle sue doti di compositore – è autore di canzoni quali «Arrivederci Roma» e «Romantica» – dopo varie esperienze in radio e in televisione approda al grande schermo con un piccolo ruolo nella commediola scanzonata Pazzo d'amore (1942) di G. Gentilomo. Seguono numerose pellicole che lo ripropongono pedissequamente come macchietta comica dallo sproloquio verbale, tra cui Attanasio cavallo vanesio (1953) di C. Mastrocinque. In due sole occasioni ricopre ruoli drammatici dimostrandosi un valente interprete: è il modesto impiegato del gogoliano Il cappotto (1952) di A. Lattuada e uno zelante quanto ingenuo calligrafo nel malinconico Policarpo ufficiale di scrittura (1959) di M. Soldati. Nel 1953 tenta anche la strada della regia con il letterario La passeggiata ma ottiene ben scarso successo. Abbandonato totalmente il set per il teatro accetta soltanto il ruolo del nato cieco nel kolossal televisivo Gesù di Nazareth (1977) di F. Zeffirelli.