Attraverso l'idea di Venezia, Settis ci mette di fronte ad una realtà quasi catastrofica, che viene però troppo spesso rinnegata. Venezia diventa quindi il simbolo per qualsiasi paesaggio nel quale viviamo, afflitto, almeno da uno dei tanti derivati delle "pestilenze di modernità". Ci mette di fronte alla responsabilità del vivere le città ed i paesaggi d'oggi, e la loro bellezza. Si appella alla consapevole volontà (e dovere) di ciascuno di noi di salvaguardare quest'ultima. Rivelatore.
Se Venezia muore
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In tre modi muoiono le città: quando le distrugge un nemico spietato, quando un popolo straniero vi si insedia con la forza, o quando perdono la memoria di sé. Venezia può morire se perde la memoria, se non sapremo intenderne lo spirito e ricostruirne il destino. Fragile, antica, unica per il suo rapporto con l'ambiente, Venezia si svuota di abitanti, e intanto è bersaglio di innumerevoli progetti, che per "salvarla dall'isolamento" ne uccidono la diversità e la appiattiscono sulla monocultura di una "modernità" standardizzata, riducendola a merce, a una funzione turistico-alberghiera. Il caso di Venezia, emblematico, permette a Salvatore Settis un ragionamento universale: dall'Aquila a Chongqing - città della Cina che è passata dai 600.000 abitanti del 1930 ai 32 milioni di oggi - mutamenti frenetici imposti da ragioni produttive e di mercato violano il contesto naturale e lo spazio sociale, mortificano il diritto alla città e la democrazia.
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2014
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Claudio Barazzetta 08 marzo 2017
Se vogliamo capire dove sta andando a finire la forma urbana di cui quella italiana è un esempio unico nel suo genere e, di più, Venezia rappresenta un unicum assoluto - Se Venezia Muore allora è un libro fondamentale. La chiarezza di Settis, precisa fino al punto di essere asettica, ci impone di mettere un freno a questo malaugurato percorso intrapreso. Non si può parlare di contenuto, il capitale umano, sociale, urbano, a prescindere dal contenitore, la città, da riscoprire, conservandola, legando il suo presente al suo futuro.
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alessandro spano 05 dicembre 2016
Ottimo Settis. Esemplare percorso con il fine di lanciare un grido contro lo sfruttamento di Venezia ma anche di tutte le nostre città d'arte. Merita sicuramente una lettura doppia per far emergere i particolari.
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