Ho lasciato passare troppo tempo prima di scrivere questa recensione, ma le sensazioni sono rimaste lì, immutate, incastonate con forza nella memoria. Non si sono sbiadite, nonostante il tempo. Anzi: sedimentandosi, hanno forse acquisito ancora più intensità. Ricordo con precisione il momento in cui ho iniziato a leggere. Intorno a pagina 40 ho sentito il dubbio affacciarsi: continuare, o chiudere qui? L’assenza totale di punteggiatura, il ritmo ipnotico e circolare, la ripetizione di pensieri e gesti — tutto sembrava mettermi alla prova. Era come trovarsi davanti a un testo che non si lasciava leggere, ma che chiedeva di essere attraversato. Poi ho deciso: vado avanti. E lì è scattata la magia. Ho cominciato a divorare le pagine. Quasi senza accorgermene mi sono procurato anche gli altri due volumi. È stato come entrare in uno spazio interiore sospeso, dove il tempo si dilata e si contrae, dove nulla accade davvero ma tutto si muove in profondità. Nobel o non Nobel, questa è senza dubbio una delle letture più potenti che ho affrontato dall’inizio dell’anno. Una storia all’apparenza semplice, quasi minimale, ma che custodisce al suo interno un mondo complesso, stratificato, sofferto. La narrazione si sviluppa come un flusso di coscienza che somiglia più a un mantra che a una cascata di pensieri. Ogni frase si ripete, si sfuma, ritorna, si trasforma. È una scrittura che avvolge, che respira piano, che scava. Le ambientazioni sono scarne, essenziali, ma proprio per questo cariche di un raccoglimento quasi sacro. Ci si sente soli con se stessi e con le domande fondamentali: la morte, il tempo, la fede, l’identità, l’arte. E anche con la bellezza disarmante della semplicità. Bello. Essenziale. Pulito. Un’esperienza letteraria più che un romanzo. Se qualcuno mi chiedesse: mi consigli un buon libro da leggere? La risposta, ormai, la potete immaginare.
Io è un altro. Settologia. Vol. 3-5
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La scrittura di Jon Fosse incanta con la sua poesia mentre dà vita alla voce indimenticabile di Asle, una riflessione a tutto campo sull’amore, sull’arte e sull’amicizia.
«Jon Fosse è uno dei più grandi scrittori europei.» – Karl Ove Knausgård
«Settologia è mio libro preferito del XXI secolo a fianco di 2666 di Roberto Bolaño. Una preghiera disperata illuminata da improvvisi picchi di bellezza estatica.» – Lauren Groff
«Un romanzo che travolge i suoi lettori.» – Publishers Weekly
«Per leggere Io è un altro, del Premio Nobel Jon Fosse, bisogna immaginarsi un teatro mentale, solo che non ci sono quinte, il tetto è sparito e le porte sono spalancate: tutto può succedere perché tutto è già successo e tutto è uno; al punto che diventa impossibile distinguere cosa è Io e cosa è Altro.» - Paolo Perrotta
Due uomini condividono lo stesso nome, Asle. Uno è un uomo di successo, l’altro alza il gomito troppo spesso. Viene da pensare che siano la stessa persona, eppure a volte si incontrano e si parlano. Il tempo e lo spazio li seguono come due rette che a volte sembrano intersecarsi, su quella che potrebbe essere la costa sudoccidentale della Norvegia, tra i ghiacci, il mare scuro e i fiordi. Tra amori fugaci, alcool, gruppi rock e sigarette, i due Asle si incontrano per la prima volta. Si assomigliano, si vestono allo stesso modo ed entrambi vogliono fare i pittori. E sarà proprio grazie all’arte, frequentando l’Accademia, che Asle conoscerà per la prima volta sua moglie, e se ne innamorerà all’istante. Con una prosa seducente, quasi magica, "Io è un altro" racconta cosa significa essere vivi: il calore di un cane sulle ginocchia, un abbraccio, il piacere di guidare in silenzio, svegliarsi con una buona colazione.
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Caribu 18 giugno 2025Volevo smettere, poi è arrivata la magia
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Portnoy 29 maggio 2025Una preghiera alla vita
"Settologia" di Fosse è una preghiera, un flusso di coscienza salmodiato come una confessione liturgica. Contrariamente a quanto leggo per la rete, non credo che la scrittura di Fosse sia particolarmente complicata. Sicuramente è un testo per lettori che si interessano di letteratura e non "di libri" (perdonate la spocchia) ma, in sé, non presenta ostacoli particolari a livello grammaticale o di pensiero. Tutt'altro, la forza del libro sta proprio nella sua prosa minimale, un dolce e semplice mantra che narra episodi di vita presente e passata del protagonista (amore, arte, alcolismo, lutto, famiglia, religione) senza aggiungere nulla alla meraviglia della realtà. Un consiglio. A mio avviso il libro richiede che, per essere goduto appieno, il lettore "legga" con il dovuto pathos, dando musicalità alle parole (cosa che dovrebbe essere fatta sempre, ma vale la pena ribadirla... mi si perdoni nuovamente la spocchia), solo così si riesce davvero a sentire la bellezza di questo testo.
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diedeutschen 13 gennaio 2025
Per me la settologia fa parte del canone letterario degli anni '00, i famosi 100 libri più importanti degli ultimi 25 anni, e sicuramente in alta posizione. La bellezza estetica della lettura.
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