Sono tornato a leggere Hemon dopo qualche anno e ho trovato un’opera-mondo che attraversa il ‘900 dei conflitti mondiali con un’odissea di grande potenza narrativa e dal forte impatto emotivo. Dalla Sarajevo al tramonto dell’Austria felix si passa alle trincee della Grande Guerra, percorrendo Russia e Cina fino a Shanghai, città di apolidi e disperati. L’epica drammatica dei profughi, quelli che ‘non contano niente’, riempie pagine intrise di dolore e violenza, fame e traumi obnubilati dalla morfina e dall’oppio. Sullo sfondo si attua il gioco delle grandi potenze, spie e avventurieri pervasi dalla loro superiorità culturale (l’inglese) o dal loro ottuso individualismo (l’americano). Eppure non è la disperazione, la gran eskuridad, a prevalere. Non lo fa per il legame sentimentale tra Pinto e Osman, così assoluto da trasformare il primo in padre putativo disposto a tutto per proteggere Rachela. Non lo fa per il potere della narrazione, le storie che prima attingono al folklore e sollevano l’animo dei commilitoni, per poi inglobare i ricordi intimi e trasformare l’assenza dell’amato in una vivida presenza dai contorni quasi magici. Nella mente di Pinto si agitano memorie familiari e riminiscenze della cultura ebraica, passi talmudici che si sovrappongono all’azione. Hemon immerge i suoi protagonisti in una babele linguistica, dona loro una lingua spuria che è il segno non del caos, ma di una contaminazione feconda. Alla lunga ho smesso di voler tradurre tutto, accettando il gioco dell’autore. L’epilogo a Gerusalemme ricorda che la Storia non è finita, ma tende a ripetersi nella sua violenza. Restano però anche le storie, suggerite forse da fantasmi, capaci di andare al cuore dell’esperienza umana a volte con più efficacia della cronaca documentaria.
Il mondo e tutto ciò che contiene
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Il mondo e tutto ciò che contiene è il romanzo di Aleksandar Hemon, che, all’apice del suo talento di narratore, vi celebra la gloria del mondo, a un tempo esilarante e straziante, erotica e filosofica, raccontandoci una storia avvincente e grandiosa, che scorre tra mille gioie e mille dolori, e abbraccia i decenni e i continenti.
«Il Guardian l’ha definito un libro immenso. Non per il numero delle sue pagine - che anzi alla fine ci pare contenuto visto quanta vita c’è dentro questo volume - ma perché il romanzo attraversa decenni, oltrepassa deserti, montagne e continenti, incrocia amori e guerre, e finisce per assistere a città che vanno in frantumi e a imperi che si dissolvono.» - Giorgio Scianna
Quando un certo giorno di giugno del 1914 giunge a Sarajevo l’arciduca Francesco Ferdinando, Rafael Pinto è intento a frantumare erbe e a preparare medicinali dietro il bancone della farmacia ereditata dal suo stimato padre. Non esattamente la vita che si era immaginato durante i giorni pieni di poesia e di illusioni trascorsi da studente nella Vienna libertina, ma in fondo nulla che un goccio di laudano, una passeggiata estiva e oziose fantasie sui passanti non possano mettere in prospettiva. E invece il mondo esplode. Nelle trincee in Galizia le fantasie adolescenziali di Pinto si scontrano presto con la dura realtà della violenza bellica, dove l’eroismo conduce rapidamente alla morte: la guerra divora tutto ciò che ha conosciuto in passato, e Pinto riesce a sopravvivere solo grazie alle attenzioni del commilitone Osman, suo protettore ed amante, uomo d’azione e narratore carismatico, che completa l’anima introspettiva e poetica di Pinto. Insieme, Pinto e Osman fuggiranno dall’orrore delle trincee, scampando così a una morte quasi certa: incontreranno spie e bolscevichi, avventurieri e trafficanti, scavalcando montagne e attraversando i deserti, di mondo in mondo, arrivando fino a Shanghai, e tutto questo solamente grazie all’amore di Pinto per Osman (oltre che all’uso occasionale di oppiacei…).
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Loris 03 giugno 2025
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Antonio 23 febbraio 2025Magnifico
Il mondo e tutto ciò che contiene è un magnifico romanzo che attraversa tutto il ‘900, dalla prima guerra mondiale alla Gerusalemme del 2001. È un romanzo scritto magistralmente, poetico, brutale, sensibile, violento; un romanzo sulla vita, la morte, la guerra, la religione, il sesso, la paternità, la speranza, il dubbio, il dolore; un romanzo che ti scortica l’anima, che fa riflettere e piangere. Da leggere lentamente e da assaporare, parola dopo parola, frase dopo frase, pensiero dopo pensiero. Ti rimane dentro (le mie vie sono insondabili) e la cosa non è poi così scontata.
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AndV 23 maggio 2024Straziante
Un tour de force, sia a livello di storia che di scrittura, ma che ricompensa sicuramente lo "sforzo". Reale ed onirico, catastrofico e pieno di speranza ricorda -per fare un accostamento - "una vita come tante" e quindi consiglio di leggerlo quando si è nel mood di una storia che colpisca nell'anima.
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