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Recensioni Un anno di dominazione fascista

Un anno di dominazione fascista di Giacomo Matteotti
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Come nasce una dittatura: La denuncia in diretta di un oppositore da eliminare.

«È un libro che è il frutto di una tale concretezza e di una tale radicale e coraggiosa passione politica da non poter appartenere che a un vero riformista del suo tempo. E da questo punto di vista, se contribuisce a spiegare le ragioni di una morte, ancora di più racconta, a mio avviso, il senso di una vita» - Dall'introduzione di Walter Veltroni

Se la dittatura non è stata instaurata, la Camera è pregata di non nutrire illusioni. Se farà dei mali passi sarà soppressa; «Noi non temiamo di essere chiamati reazionari e di invocare per tutti i nemici di destra e di sinistra un poco di corda e un poco di sapone»: mentre «Il Popolo d'Italia» scrive queste parole, a San Vito Chietino «squadre di fascisti armati mettono a soqquadro il paese bastonando e distribuendo olio di ricino ai non-fascisti e sparando sui fuggiaschi» e a Milano «i fascisti provocano un incidente al teatro della Scala col maestro Toscanini, per la imposizione di suonare i loro inni». Quando, dopo la marcia su Roma, Mussolini conquista il potere, il giovane deputato socialista Giacomo Matteotti compila una sorta di libro bianco in cui dimostra, dati alla mano, che i provvedimenti economici del nuovo governo da un lato sono iniqui e dall'altro rivelano un'incompetenza assoluta, condanna l'abuso dei decreti legge e soprattutto raccoglie le «parole dei Capi» e le «cronache dei fatti»: dichiarazioni incendiarie e una catena infinita di brutalità. Come scrive Walter Veltroni nell'introduzione, Matteotti «vede prima di altri la natura violenta e l'intenzione totalitaria del fascismo» e con questo libro denuncia, «in modo tanto puntiglioso e circostanziato quanto coraggioso, le violenze fasciste che si stanno intensificando in ogni parte d'Italia». Ecco perché è così importante ripubblicare questa sconvolgente documentazione in diretta di una nazione che corre verso la catastrofe. Leggere oggi Matteotti significa chiedersi – scrive Umberto Gentiloni Silveri nel saggio che conclude il libro – «se nel ventre molle della società italiana abbia continuato ad annidarsi un modo di pensare, di agire, di esprimersi: un'ossessiva e insensata ricerca del nemico o del capro espiatorio che appare e s'inabissa a seconda delle circostanze». Introduzione di Walter Veltroni.

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