Canzoni con gli occhiali

Questo quarto album di Gigi Marras rappresenta una nuova significativa tappa di maturazione nel percorso creativo del cantautore cagliaritano. Con il consueto gusto del giocare con le parole tipico della cifra stilistica che ha caratterizzato i suoi precedenti lavori (“Dio mi ha fatto non credente”, "Quando sarò più giovane”, “Gargarismi”), anche in questo caso Marras ha scelto un titolo dalla doppia chiave di lettura: da un lato “Canzoni con gli occhiali” esprime la maggiore saggezza acquisita negli anni, dall’altro suggerisce un’attenzione particolare alle problematiche sociali della realtà attuale. Mettere gli occhiali alle canzoni significa per l’autore fornirsi di uno strumento adatto a distinguere con più chiarezza le insidie nascoste tra le dinamiche della vita, per una visione più acuta e riflessiva del mondo che lo circonda. Una prospettiva sempre e comunque accompagnata dalla consueta ironia e leggerezza che contraddistingue tutto il repertorio del cantautore sardo. La canzone che da il titolo all'album rappresenta anche una dedica alla memoria di sua madre, storica oculista cagliaritana assai stimata e benvoluta dai suoi pazienti e capace di trasmettere al “musicista/ingegnere” Gigi Marras quella miscela di cultura scientifica e umanistica che caratterizza la sua produzione. Curiosando fra i tredici brani di quest’album, dopo la lapidaria microcanzone introduttiva “Polvere e sole”, incontriamo numerosi guizzi emozionali. Dalle “persone giuste mescolate coi maiali” della caustica “Canzoni con gli occhiali” alle “frasi vibranti sopra un cuore trafitto” della delicata “Non ti capita mai”. Proseguendo fra le canzoni, oltre a una psichedelica interpretazione della bellissima “filastrocca” pacifista di Giuseppe Giusti “Sant’Ambrogio”, troviamo la canzone “L’origine del mondo”, una omaggio/preghiera alla donna ispirato all’omonimo celebre quadro di Courbet. E ancora il brano “Poca memoria”, amara ma realistica considerazione sulla insidiosa facilità a ignorare la Storia e ripetere i tragici errori del passato. L’album è stato registrato e mixato nello studio di Cagliari “Il salotto con permesso di soggiorno” dove, grazie ai preziosi audio-consigli di Marti Jane Robertson, è stato curato anche il mastering finale.