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L’impero del sole è stato inaspettatamente uno dei tre film che ho preferito di Spielberg, probabilmente anche quello che in assoluto ho preferito dei suoi. Il tema dell’infanzia negata che tiene in piedi tutto il film è qualcosa che Spielberg è riuscito a sottolineare in maniera fantastica. L’evoluzione del ragazzino protagonista del film è progressiva, così come il modo di rapportarsi che ha lo spettatore nei confronti di Jamie: se prima non si sopporta il ragazzo, alla fine del film ci si è affezionati. Un film impegnato e che lascia molto a riflettere trattando la seconda guerra mondiale. Ho apprezzato inoltre il fatto che si sia incentrato sulla Cina occupata dai giapponesi, cosa che non spesso capita nei film della seconda guerra mondiale incentrati piuttosto sempre in Germania o negli Stati Uniti, tralasciando sempre Cina e Giappone.
L’Impero del sole è un film che ho dovuto vedere all’Università ad un corso di cinema visionando la filmografia di Spielberg. Non ne avevo mai sentito parlare e non ne capisco il motivo visto che è davvero un gran bel film, addirittura il più bello tra quelli che ho visto di Spielberg! La storia è ambientata durante la seconda guerra mondiale a Shanghai dove un ragazzino a causa di una serie di sfortunati eventi si divide dalla sua famiglia ed è costretto ad affrontare una serie di cambiamenti negativi ai quali tuttavia riesce ad adattarsi abbastanza bene. Una delle cose che più ho apprezzato è l’evoluzione del bambino protagonista che inizialmente è un ricco, viziato, ingenuo ed irritante bambino; mentre alla fine del film è diventato un giovane uomo nonostante abbia perso la sua innocenza e la sua infanzia. Man mano che il personaggio si evolve lo spettatore riesce a creare un legame empatico con lo stesso. Stupendo.
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