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Premi
1977 - Oscar [Academy Awards] - Miglior attrice - Keaton Diane
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Questa pellicola degli anni '70 è una delle commedie più brillanti scritte dal re indiscusso della risata intelligente. Questa commedia rappresenta l'essenza dell'arte del contrasto uomo/donna, dell'eterna incapacità di capirsi che spesso caratterizza le opere di Allen. La scena finale del film ne riassume pienamente il senso esprimendo perfettamente l'idea che il protagonista, Alvy, ha della vita: è la storiella di un uomo che va dallo psichiatra: “Dottore, mio fratello è pazzo, si crede una gallina“. “Lo faccia internare”. “Eh no, e poi a me chi me le fa le uova?” Questo è l’atteggiamento di Alvy nei confronti della storia con Annie: irrazionale e assurda, ma che non si può non accettare così com’è, perchè se ne ha bisogno.
E' un film degli anni '70 quindi per chi, come me, lo ha visto di recente può rimanere un pò perplesso perchè è ormai abituato a film del regista più recenti e di diverso spessore. Ma il film è assolutamente buono. E' un pò un Woody Allen che si mostra al pubblico come uomo qualunque e che spesso rompe la quarta parete guardando e rivolgendosi direttamente allo spettatore, chiamandolo in gioco insomma. E noi spettatori adottiamo il suo punto di vista, ci spostiamo dove lui ogni volta vuole condurci tra nessi narrativi che sembrano inesistenti. E' un film che affronta il vivere quotidiano, l'instabilità psicologica di ognuno di noi e le sfide dell'amore che sono sempre infinite. Chi riesce a vincere in amore è fortunato ma chi non riesce è 'costretto' a inseguire la persona amata ovunque, magari fino a Los Angeles, magari beccandosi un sonoro No! ma sempre nella speranza quasi struggente di riconciliarvisi un giorno.
Recensioni
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