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1984 - David di Donatello - Miglior attore straniero - Allen Woody
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Un geniale falso documentario su un uomo che, come un camaleonte, riesce a mutare le sue caratteristiche fisiche in base alle persone che si ritrova vicino. La popolazione e la stessa famiglia di questo bizzarro individuo si occuperanno soltanto dell'aspetto economico e spettacolare della faccenda, mentre una psichiatra si ritroverà ad essere l'unica realmente intenzionata a curarlo, cercando di comprendere le radici di questo disturbo. Tra i due nasceranno dei sentimenti. Divertentissimo, intelligente, una delle migliori produzioni del regista.
Il film racconta la vita e le vicende di Leonard Zelig, un uomo decisamente fuori dal comune il quale soffre di uno strano disturbo che lo spinge, come un camaleonte, ad adattarsi a tutto e tutti. La scelta del bianco e nero e della struttura della narrazione come un documentario, sono, a mio avviso, frutto di un'ottima scelta stilistica del regista. Il tema, trattato con leggerezza e satira, rivela messaggi profondi che sono lasciati alla libertà dello spettatore rivelare.
Leonard Zelig, umile impiegato della Grande Mela, è affetto da una strana sindrome: assume le sembianze delle persone con cui viene a contatto…si trasforma in cinese con i cinesi, in nero con i neri, in obeso con gli obesi. Una sola persona, la dottoressa Eudora Fletcher, riuscirà a capire le radici della sua singolare malattia: “Zelig diventa come gli altri perché vuole piacere agli altri”, vuole sentirsi come loro. Il comportamento di Zelig, allora, non è nient’altro che quello di un individuo dei nostri tempi, sperduto ed impaurito, che trova rifugio solo nell’identificazione con il prossimo. Ma Leonard, riflettendo, non è il solo a soffrire di questo morbo. E’ la società intera a soffrirne; una società fatta d’individui che non riescono a fare altro che imitarsi a vicenda nella speranza di risultare attraenti e scongiurare così lo spettro della solitudine.
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