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Anno edizione: 2014
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Un libro godibilissimo per me, profondamente innamorata della città di Torino dopo 5 minuti che scesi dal treno. L'autore racconta pregi e difetti di questa città e dei suoi abitanti, la bellezza dei palazzi, dei monumenti, della Galleria Subalpina "dal nome sfacciatamente voluttuoso" (è magnifica davvero!)... con accenni al carattere dei torinesi, non proprio espansivi e aperti al mondo, ma distaccati, poco innovativi e tendenti a restare sempre un po' sulle loro. Ho ascoltato la lettura di questo libro perché non è il mio genere e mentre facevo altre cose ho potuto seguire la narrazione, se lo dovessi consigliare come lettura forse no, ma come audiolibro assolutamente si! Se si ha anche visitato la città di Torino, che Culicchia ci descrive come se fosse la sua casa e facendoci entrare nelle sue stanze, si apprezzano e si capiscono ancora di più i riferimenti ai posti che descrive.
Avevo adocchiato questo libro diverso tempo fa, ma poi ne avevo rimandato l’acquisto a tempi migliori che si sono poi presentati durante un’offerta grazie alla quale ho preso questo libro con lo sconto del 20%. ** IL LIBRO E LE MIE CONSIDERAZIONI ** Il libro comincia con una specie di cronologia di quello che accade nella pianura dove poi sorgerà Torino partendo dalla preistoria fino ad arrivare alla data di pubblicazione del libro e cioè il 2005. Già leggendo questa cronologia si capisce fin da subito cosa ci si può aspettare non solo dal libro in sé ma anche dallo stile di scrittura di Culicchia che riesce a rendere esaltante ogni passaggio e ogni brano. Molto bella la premessa che fa sapere subito al lettore che Culicchia non è un torinese DOC ma che vive in questa città da moltissimi anni, così tanti anni che la riconosce come casa sua, che ne riconosce il fascino e la bellezza e che, con questo libro, vuole quasi scriverle una lettera d’amore. E’ un libro che parla solo della città e che ignora quasi completamente il circondario, ma questa non è sicuramente una pecca visto che non si tratta di una guida turistica (anche se può tranquillamente essere usata anche in questo modo). E’ un romanzo piccolo, che scorre via fluido e che si legge molto volentieri e io, colpevolmente, l’ho letto con molti anni di ritardo e questo un po’ mi spiace per un paio di motivi. Il primo motivo è che è davvero molto bello ed è una lettura piacevole che avrei volentieri condiviso con amici che sono venuti in città e il secondo motivo è che il libro si ferma nel racconto al 2005, poco prima delle Olimpiadi invernali che, un po’, hanno cambiato questa città. Sarei curiosa di leggere un aggiornamento del libro dopo dieci anni dalla sua prima edizione: chissà che questo non avvenga realmente. Siccome Culicchia considera Torino come casa sua e sa che è una casa molto ampia e in grado di ospitare moltissime persone, decide di presentarcela proprio come se fosse una vera e propria casa quindi raccontando luoghi e quartieri partendo dall’ingresso per arrivare alla camera da letto e non tralasciando nemmeno la cantina e il garage. Questo modo di presentare la città rende il libro ancora più leggero e piacevole e crea nel lettore quel senso di vicinanza ad una città che, magari, non conosce. E così, grazie a questa idea, l’autore ci porta in giro per la sua (e la mia) città raccontandoci non solo alcuni tratti caratteristici sia architettonici sia storici, ma anche moltissimi aneddoti che sono poi il sale di una città. Io sono della provincia di Torino quindi non frequento sempre la città soprattutto la sera e, alcuni locali per l’aperitivo o il dopo cena, li conoscevo solo di nome o per sentito dire, ma non li avevo mai frequentati quindi anche per me, leggere questo libro, è stata quasi una scoperta. Devo ammettere anche che Culicchia fa un ottimo lavoro nel riportare e raccontare alcuni luoghi comuni e alcuni stereotipi che spesso vengono associati a questa città e ai suoi abitanti come il fatto di essere un po’ chiusi e taciturni e non aprirsi molto verso gli altri. Il suo modo di raccontarlo è molto divertente e vi assicuro che ci ha preso in pieno perché, in effetti, siamo fatti un po’ così. Il capitolo nel quale viene riportata la descrizione della coda davanti alla Sanpaolo è davvero molto bello e ci si ritrova molto spesso a sorridere. Diciamo che durante la lettura di questo libro si ha spesso il sorriso sul volto, ma nello stesso tempo si riesce a leggere un libro interessante che parla di una città forse un po’ sottovalutata almeno fino alla Olimpiadi invernali del 2006. Mi sento davvero di consigliarne la lettura a tutti, sia a chi abita a Torino perché ritroverà moltissimo della sua città sia per chi non conosce la città e magari ha intenzione di venirci perché troverà ottimi spunti per fare una vacanza un po’ diversa. ** L’AUTORE ** Giuseppe Culicchia è nato a Torino nel 1965 da madre piemontese e padre siciliano, ha sempre vissuto nella città che ci ha raccontato tranne un breve periodo a Londra durante il quale comincia la sua passione per la scrittura. Tornato a Torino, lavora in una libreria e continua a scrivere prima racconti e poi romanzi che vedono le stampe presso diversi editori. E’ un autore molto interessante soprattutto per il suo stile di scrittura quindi consiglio a tutti di leggere almeno un suo libro in modo da capire meglio quello di cui sto parlando. Vi consiglio, ovviamente, il libro che vi ho appena raccontato altrimenti potete anche indirizzarvi su “Tutti giù per terra” da cui è stato tratto anche l’omonimo film oppure “Il paese delle meraviglie”. Vi lascio il link al suo sito internet che vi consiglio di visitare perché è davvero carino e ben fatto: http://www.giuseppeculicchia.it/ Buona lettura a tutti.
Un libro assolutamente piacevole e godibilissimo, che non dovrebbe mancare in nessuna casa torinese. L'autore canta il suo amore per la propria città, stigmatizzandone vizi e manie, sorridendo di alcuni stereotipi e soprattutto mettendone finalmente nero su bianco la grande bellezza. La metafora della casa contribuisce a rendere ancora più forte questo senso di appartenenza, oltre a fornire uno spunto decisamente originale per raccontare le varie parti della città. La migliore risposta a chi ancora crede che Torino sia una grigia città industriale.
Recensioni
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