Il labirinto della memoria

Questo libro mi è particolarmente piaciuto perché ha un ritmo incalzante e coinvolgente, con avvenimenti e omicidi che si susseguono, insieme ai relativi indizi e sospettati; l’autore è bravo a “mascherare le carte”, mettendo in primo piano personaggi che possono avere a che fare con il caso e sui quali cade il sospetto del lettore (non dico altro per non fare spoiler). Lo stile è buono, così come la descrizione dei fatti e del Maresciallo Carlo Santini, la cui vita e affetti personali, si intrecciano con i delitti. Il finale non è prevedibile e alla fine c’è un colpo di scena; non ho trovato errori sulla trama o incongruenze. Nel complesso davvero un buon libro.

Il Maresciallo Carlo Santini si trova ad indagare ad un caso di omicidio che gli piomba addosso per puro caso in una serata piovosa, uscendo dal ristorante dove aveva cenato con la sua fidanzate Paola, psicologa. Succede che una donna sconvolta, senza sapere che si stava rivolgendo ad un rappresentante delle forze dell’ordine, gli fa vedere un cadavere, sul quale incappa, per fatalità, percorrendo la strada che dal lavora la porta a casa. Come in tutte le storie noir che si rispettino, niente è fortuito, e questa donna che in un primo momento, si presenta come semplice testimone della scoperta del cadavere di Walter, si trasformerà, con l’andar delle pagine, in qualcos’altro. Santini lavora in coppia con la Brigadiere dell’Arma, Claudia Volpe, brava e brillante, anche se ancora giovane. Claudia sarà parte fondamentale dell’inchiesta che svelerà altre morti misteriose, che faranno perdere il sonno ai nostri investigatori. E’ sempre difficile commentare un racconto come questo che, ricco di sorprese, e dal finale tutto imprevisto, ha bisogno di tenere nascosta la trama. Il lavoro che l’autore fa sui personaggi, e la costruzione dei tratti psicologici imprevedibili, è fondamentale nel guidare il lettore verso le sorprese che caratterizzano il finale. Gli ingredienti per un buon giallo ci sono tutti, e sono quelli che possiamo trovare anche in altre storie dello stesso tipo, droga, ricatto, personalità psicotiche, sogni allucinati. Come per il pane, gli ingredienti sono noti a tutti, farina, acqua, lievito, sale, nelle giuste dosi, per farlo però, buono e croccante serve un bravo panettiere. Ecco, noi ce l’abbiamo; davvero bravo l’Autore Nicolò Maniscalco.

6) Si coglie fin da subito l'atmosfera di mistero creata dall'autore. Utilizza infatti abbondantemente alcune ripetizioni per enfatizzare e dare importanza ad alcuni elementi che, si suppone, saranno importanti per la storia. Non solo saranno necessari per lo sviluppo del romanzo ma per il lettore diventano una sorta di indizio e a quelle parole cerca di aggrapparsi per capire dove sta' l'inghippo. Il lettore è sicuramente curioso e vuole capire cosa si nasconde in questa storia dai toni gialli. L'autore crea anche molto aspettative devo dire fin da subito, già nel prologo del libro. E' da apprezzare poiché non è facile in poche pagine, meno di 100, raccontare una storia in cui all'interno vi sono sparizioni, intrecci tra i personaggi, assassini, presunti assassini. Una storia dove i sospetti si concentrano tutti su un personaggio per poi cadere all'improvviso perché qualcosa di nuovo accade. Maniscalco Nicolò è riuscito con uno stile semplice e con la giusta dose di dialoghi efficaci e descrizioni a regalarci anche un finale inaspettato. Non essendo troppo amante del genere giallo devo dire che questa storia mi ha fatto trascorrere delle ore piacevoli. Unico appunto che posso fare è che non era necessario inserire una “storia d'amore” poiché risulta quasi messa a forza dato che lo sviluppo della stessa non è di rilevanza alla trama del romanzo. O almeno come lettrice mi sono concentrata su tutt'altro.