Frankenstein

“Frankestein” è un romanzo, nato dalla fantasia di Mary Shelly, al quale mi sono avvicinata per pura curiosità. Pensavo di dover fronteggiare un mostro bavoso e vari elementi del terrore, simili ai racconti di E. A. Poe. In realtà mi sono trovata di fronte una creatura che, per quanto repellente potesse essere il suo aspetto, non aveva chiesto di essere creata ma aveva espresso il desiderio di essere amata. Il mostro nasce con un cuore gentile e generoso, si prodiga per gli altri e vorrebbe solo essere accettato. La sua malvagità, la crudeltà della sua anima, si presenterà solo nel momento in cui gli viene negato quanto di bello possa esserci sulla terra. Ho iniziato il libro pensando che avrei finito per essere terrorizzata dalla creatura, invece ho terminato la lettura odiando il suo creatore.

L'ho divorato in quattro giorni. Finisce dritto nella mia libreria al fianco di Dostoevskij, e ho detto tutto!

Ma alla fine… chi è il “mostro”? La “creatura” che non ha chiesto di essere “creata” e che è costretta a vivere sola e disperata senza neanche una compagna? Un essere abominevole che suscita paura e disprezzo negli umani e che la sofferenza e la solitudine trasforma in un mostro assetato di vendetta? Oppure il vero mostro è Victor Frankenstein la cui brama di sapere e ambizione lo spingono verso quei confini della scienza che non dovrebbero essere mai superati? O l’essere umano che giudica gli altri dall’aspetto esteriore? Un bellissimo libro.