L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2012
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"Muoiono d'amore i rami"...Un verso tratto da una Poesia di Garcia Lorca introduce il senso di una storia nella quale la quotidianità e il sacrificio di una donna, che sa essere figlia, sorella, moglie madre, sublima una nuova vita, preludio di una "rinascita"....L'amore rende possibile la resurrezione, come i rami a primavera, che preludono a nuovi fiori...La dolcezza di Signorina è il manto di quella potenza inarrestabile, quella che corre sui binari che segnano il percorso di una vita che solo lei saprà tracciare fino in fondo. Signorina saprà vincere il fiato corto del figlio, e ci consegnerà un messaggio su cui riflettere: le scelte d'amore sono le più difficili, sono quelle per le quali è necessaria la forza di una locomotiva, come quando per un atto d'amore consegna il figlio malato ad un collegio...Tornando indietro per quell'urlo straziante che la reclamava, con le lacrime agli occhi potrà dire a quella suora di perdonarla, perchè è debole, e non riesce, quella volta a portare a compimento il suo atto d'amore...Si riporta a casa il figlio...ma così saprà crescere, saprà affrontare i nuovi sacrifici fino a rendere possibile un miracolo...In questo libro l'amore è il giusto complemento della bellezza, della musica, del dolore...E quando nella scena finale Signorina immagina di presentarsi davanti al figlio con il corpo martoriato, "guastato" dall'amore che ha affondato in profondità i suoi artigli, lacerando il suo cuore, mi piace immaginarla volteggiare, con la grazia di tutte le donne, in quell'abito che si è ritagliato con la magia delle sue mani, in un crescendo di musica in cui l'amore schiude le porte all'eternità. Un libro dolcissimo, uno spaccato generazionale che spiega il trapasso fra due epoche devastate dalla guerra. Tra le bombe dell'idiozia umana si compie il miracolo di una donna che come tante muore di un amore che restituisce una nuova vita... Ricciarelli nei suoi romanzi ha descritto sempre il dolore, come percorso necessario all'amore per rendere possibile la resurrezione...un dolore perfetto....Ora che anche il suo percorso si è compiuto, ci lascia in eredità questo suo ultimo romanzo, una storia struggente, eppure dolcissima, che attraverso le lacrime di Signorina, ci lascia intravedere la bellezza del mondo.
All’inizio sembra che la protagonista indiscussa de “L’amore graffia il mondo” sia Signorina, questa bambina con uno strano nome, ispirato al soprannome di una locomotiva, che cerca una via di fuga dalla sua vita, ma sembra rimanere sempre intrappolata nella rete. Poi protagonista della storia pare diventare il padre, un uomo che dedica la sua esistenza al suo lavoro di capostazione e forse per questo lascia un vuoto nella sua famiglia. Non passa molto che si aggiunge un altro personaggio importante alla storia, Beppe, il marito di Signorina, che, però, lascia subito spazio a Ivo, il figlio, quel ragazzino dal talento indiscusso che non riesce a respirare bene. Alla fine del romanzo “L’amore graffia il mondo” si ha chiara una cosa: il protagonista indiscusso della storia è il tempo, quello che passa ma lascia le sue tracce, quello che si ferma rendendo chiaro ogni dettaglio, quello che sta per sopraggiungere e si spera sia migliore. Un libro molto piacevole perché non è solo la sua storia a incantare, ma anche il modo in cui viene raccontata. Signorina è una donna appassionata, che sa mettere da parte se stessa, amare e sognare, ma che inevitabilmente viene sopraffatta dalla fatica e risponde sempre con coraggio. E non smette di lottare fino all’ultimo per dare al figlio la possibilità di salvarsi dalla malattia e rinascere dal suo grembo.
Ugo Riccarelli era uno scrittore che amava la dolcezza, senza che questa dovesse trasformarsi in mielosità, un compito tuttavia non facile, perché basta poco e, soprattutto quando si narra di storie con un contenuto anche drammatico, eccedere è sempre possibile, anzi non vi è nulla di più facile, così che l’autore è costretto a procedere in bilico su un’infida e sottile lama di rasoio. Ho notato questa sua capacità in Il dolore perfetto, un romanzo dall’equilibrio altrettanto perfetto come il suo titolo. Ho sperato che questa abilità fosse presente anche in quello che non potrà che essere il suo ultimo libro, essendo Riccarelli venuto a mancare precocemente, ma in L’amore graffia il mondo questo difficile equilibrio c’è stato per quasi tutta l’opera, perché poi, purtroppo, nelle ultime pagine l’autore si è lasciato prendere la mano, forse influenzato dalla vicenda di Ivo, bimbo nato prematuro con problemi polmonari, questi ultimi così simili alla sua vicenda personale, tanto da sembrare una parziale autobiografia. Per fortuna si tratta di poche pagine che finiscono con l’incidere poco sul giudizio complessivo del romanzo, senz’altro ottimo, ma non un capolavoro come Il dolore perfetto. Ci sono tutti gli elementi per sbalordire ed entusiasmare il lettore: una storia che inizia fra le due guerre mondiali, una bambina, chiamata Signorina dal padre capostazione come una locomotiva a vapore dalle linee aggraziate, la ristretta mentalità degli uomini dell’epoca, più padroni che padri dei figli, e che considerava le donne solo come custodi del focolare domestico, soffocando la naturale personalità e impedendo alle stesse di realizzarsi, i difficili anni del secondo conflitto (stupenda al riguardo la descrizione del bombardamento notturno sulla stazione), l’amore di Signorina per un giovane piemontese, che si concretizzerà poi in un matrimonio, i sacrifici di questa donna per mandare avanti la famiglia, il dolore e i patemi d’animo per quel figlio così malato tanto da rendere necessario un trapianto di polmoni. Ispira una naturale simpatia la protagonista, impossibilitata a realizzare il suo grande sogno di diventare stilista di moda, dapprima per il diniego del padre e poi per la necessità di condurre la famiglia, di fatto sostituendosi al marito, brava persona, ma incapace in questo ruolo. È sempre lei che si sacrifica, e così per amore finisce con il rinnegare l’innato talento e quella vocazione, che ogni tanto inevitabilmente riemerge, per essere di nuovo assopita; la sua è una rinuncia più istintiva che razionale e che l’orienta verso una vita di normale serenità, quando ciò è possibile, perché in effetti, per un motivo o per l’altro, di tranquillità non ne ha, tranne quando sarà avanti negli anni, sola nella casa con il marito, con il figlio guarito in giro per il mondo a tener concerti, senza più problemi economici. Tutto lascia prevedere una serena vecchiaia, ma non sarà così, ed è proprio qui che Riccarelli sembra aver perduto il prezioso equilibrio, nel senso che, senza che la vicenda si concluda con un tutti felici e contenti, magari con Signorina che mette su un atelier di moda, bastava si fermasse lì, con due vecchi che finalmente potevano gioire di giorni sereni. La morte sappiamo che conclude ogni vita, ma sommare disgrazie a disgrazie ha sempre un limite, e forse Riccarelli si è lasciato prendere la mano condizionato dal suo stato di salute, da quel progredire della malattia di cui avvertiva inconsapevolmente l’incombente tragico esito. Così come nel suo caso non ci poteva essere una tranquillità, lo stesso destino lui lo ha riservato alla sua protagonista, che penso abbia amato più di tanti altri suoi personaggi, dipingendola in modo accattivante fin da bambina e perfino creando due suoi amici unici, dotati di una simpatia incredibile: il maiale Milio e l’oca Armida, anche loro scomparsi quando tutto sembrava andar bene. Mi permetto di segnalare alcune pagine che, secondo me, sono di grande bellezza, anche per il tema trattato: la nascita di Ivo, vista non dall’esterno, ma dall’interno, cioè dal nascituro, è qualche cosa di incredibile, tanto è avvincente e realistica. Costanti poi rimangono le capacità poetiche di Riccarelli, il suo italiano fluido, l’ammirevole ambientazione, insomma Il dolore graffia il mondo è senz’altro da leggere, e riguardo al titolo si può dire che sì’ l’amore può aiutare ad affrontare le avversità, ma in fin dei conti è anche vero che nel percorso di una vita è più facile che sia il mondo a graffiare l’amore.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Gli eBook venduti da Feltrinelli.it sono in formato ePub e possono essere protetti da Adobe DRM. In caso di download di un file protetto da DRM si otterrà un file in formato .acs, (Adobe Content Server Message), che dovrà essere aperto tramite Adobe Digital Editions e autorizzato tramite un account Adobe, prima di poter essere letto su pc o trasferito su dispositivi compatibili.
Gli eBook venduti da Feltrinelli.it sono sincronizzati automaticamente su tutti i client di lettura Kobo successivamente all’acquisto. Grazie al Cloud Kobo i progressi di lettura, le note, le evidenziazioni vengono salvati e sincronizzati automaticamente su tutti i dispositivi e le APP di lettura Kobo utilizzati per la lettura.
Clicca qui per sapere come scaricare gli ebook utilizzando un pc con sistema operativo Windows
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore