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La silloge può essere interpretata come una fenomenologia del dolore e della perdita. A costituirla sono tre momenti – L’onda, Acqua di foce e I guadi –, nei quali risalta la metafora dell’acqua, divisa per intensità di flusso, e ribaltata nel suo tradizionale tragitto, non più verso l’esterno marino, bensì verso l’interno fluviale, così come il dolore dell’io poetico affronta le sue fasi burrascose e, poco alla volta, meno laceranti, in un graduale tentativo di ricostruirsi dopo lo sgretolamento delle antiche certezze.
In Dialogo con Gian Marco Ferone, Achille Pignatelli
Viviamo esistenze sempre più condizionate dalle regole invisibili delle piattaforme digitali, che non solo ridefiniscono il nostro rapporto con il mondo, ma plasmano i luoghi che abitiamo. Ogni giorno ci immergiamo in ambienti progettati per catturare l'attenzione, che selezionano per noi ciò che merita il nostro interesse, mentre lo spazio fisico sembra ridursi a mero sfondo di processi che accadono sui social. Siamo turisti della realtà.
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