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Anno edizione: 2015
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Ho letto questo libro più che altro attirata da una recensione di Milan Kundera (che ho adorato), riguardante l'ultima fatica di Thirlwell, "La fuga" - che, dato i contenuti di "Politics", avrebbe pure potuto avere la prima vocale diversa. Ma vabbè, io al vecchio caro Milan (anche l'altro Milan, prima che Mr B. me lo rubasse), dissidente, critico nei confronti di ogni tipo di oppressione, sono molto affezionata. Poi non so cosa gli è successo. Ha iniziato a scrivere in francese come lingua madre e ha perso tutta la sua spinta vitale e critica. Il "secondo" Kundera non mi è più piaciuto. Con "L'immortalità" la sua produzione significativa è terminata. E lui, a mio modesto avviso, si è un po' rincoglionito. Ciò nonostante, se me lo trovo davanti, di sicuro vado in totale adorazione. Per il Kundera che mi ha accompagnato nell'adolescenza. Tutto questo per dire che, visto che "Politics" aveva critiche migliori di "La fuga", appunto caldeggiato da Kundera, ho optato per il primo. The Times scrive: "Uno degli esordi più divertenti, brillanti e originali degli ultimi anni". Ma si sa, il british humour non è mai stato il mio forte. Non lo capisco. Non mi fa ridere. Ho trovato "Politics" una accozzaglia di nonsense, con sesso random e nemmeno raccontato in modo divertente (e neanche serio). Stupidino, ecco, per usare un aggettivo che odio, sciocco e senza un filo conduttore. Manca di sostanza. Ho trovato difficile la lettura, anche se il libro è molto leggero, ma per nulla coinvolgente. Ripetitivo, senza storia. Ma a Milan Kundera Thirlwell piace, per cui, per la proprietà transitiva, avrebbe dovuto piacere anche a me. Peccato che sia "il secondo" Milan.
Recensioni
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