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Questa breve opera di Sant'Agostino, tradotta per la prima volta in italiano, offre una sintesi delle eresie conosciute da Agostino, in parte già debellate dal cristianesimo ufficiale, in parte ancora attive e pericolose per l'integrità del credo cristiano. Pelagio ed Ario, i manichei, i donatisti, le confraternite gnostiche di varia tendenza nonché le minuscole altre sette sparse intorno al Mediterraneo nei primi secoli della cristianità, sono gli avversari elencati, studiati e confutati dal vescovo Agostino. Si tratta di un documento storico importante, capace di illuminare l'inquietudine della Chiesa dei primi secoli, e scritto oltretutto con uno stile assai arguto, che ricorda certe opere letterarie di Borges.
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