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Anno edizione: 2019
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Nel bazar di Costantinopoli, all’inizio del 1698, fu venduta una principessa circassa a un diplomatico francese. Questi aveva pensato di fare di lei la sua figlia o la sua amante, ma poi preferì che i due ruoli coincidessero. La bella Aïssé veniva intanto educata come una aristocratica francese e accolta con curiosità e favore nella più alta società. Fu una delle poche dame che riuscirono a resistere al Reggente. E, negli anni aurei del libertinaggio, fu proprio Aïssé a vivere una storia di amore e abnegazione che, circonfusa dal suo alone esotico, si sarebbe trasformata, come quella di Manon Lescaut, in uno dei primi emblemi dell’amore romantico e disperato. Ma, oltre che protagonista di romanzo, Aïssé divenne presto, quasi senza saperlo, scrittrice. Le sue lettere ci lasciano intravedere la vicenda di questa eroina della passione e al tempo stesso ci permettono di osservare la variegata scena francese degli anni intorno alla Reggenza. Mirabile è in Aïssé la freschezza di sguardo, l’acuità nel cogliere il particolare, la leggerezza del tocco. Come scrisse Sainte-Beuve, Aïssé «corre, volteggia, non calca mai la mano». Le sue Lettere possono così essere lette in due modi opposti e compresenti: come preziosa testimonianza di un’inconsapevole memorialista e come libro amato dagli amanti, i quali – scriveva sempre Sainte-Beuve – sono stati i primi a rendere omaggio «all’ombra amabile di Aïssé» e le assicurano una posterità che «ogni giorno si perpetua in silenzio».
È questa la prima edizione italiana delle lettere di Mademoiselle Aïssé a Madame Calandrini.
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