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Anno edizione: 2016
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Nel suo romanzo, Un figlio, Alejandro Palomas è riuscito a plasmare sulla carta un mondo in cui illusione a realtà si fondono e confondono tragicamente. L’autore ha dato vita a personaggi complessi ed affascinanti come il piccolo grande Guillermo che con la semplicità di un bambino porta avanti la narrazione dei fatti in modi sempre nuovi ed alternativi, giocando, disegnando e cantando come il suo idolo, Mary Poppins. Lo scrittore ha poi affidato un compito altrettanto importante ad un secondo personaggio, Marìa, un’orientatrice intuitiva e dedicata che aiutare il lettore a comprendere ogni aspetto della realtà in cui si è catapultati leggendo il romanzo. Di fatto l’intricato bandolo di pensieri che attraversano la mente del protagonista in miniatura, Guillermo, funge da suggestivo scenario alla tragedia della famiglia Antùnez Willet. Pagina dopo pagina quindi l’autore dissemina, attraverso espedienti innovativi come disegni, lettere e post-it, promemoria, indizi riguardanti il segreto malessere dei personaggi della sua opera. Si rivela poi essere di grande importanza la duplice narrazione di Marìa e Gulliermo che fornisce una dettagliatissima visione a tutto tondo degli avvenimenti. Un romanzo, insomma, interessante come nessun’altro, impossibile non amarlo in tutta la sua puerile semplicità.
Anche con questo nuovo romanzo, Palomas non delude le aspettative: con una scrittura apparentemente semplice ma di grande impatto emotivo, tratteggia con maestria la misteriosa storia di un bambino, Guille, rifugiatosi in un mondo fantastico in seguito a un grave dramma familiare, e di una collaboratrice scolastica di grande umanità, che senza forzature e con estrema delicatezza, riesce a trovare la chiave per liberare Guille da quel mondo di finzione in cui il bambino e suo padre si erano - più o meno consapevolmente - reclusi.
Il romanzo di Palomas conta poco meno di duecento pagine, eppure racchiude al suo interno una storia intima e profonda. Protagonista è una famiglia distrutta, che fatica a rimanere in piedi e a nascondere al resto del mondo le fragilità che la contraddistinguono. Protagonista è un padre, incapace di capire la natura del suo bambino e di offrirgli quell'amore e quell'attenzione che potrebbero salvarlo. E protagonista è il bimbo stesso, Guille, che a sua volta tenta di rimettere insieme i pezzi di un vaso ormai in frantumi. A soli nove anni si mostra molto più maturo di quanto dovrebbe. Custodisce i segreti di casa, finge di non vedere e soprattutto di non sapere, nasconde il dolore sotto strati di magia e buone intenzioni. Sogna di riuscire a riportare tutto a posto: di rivedere il suo papà felice, di salvare l'amica del cuore, e poi sogna la sua mamma, ovunque ella sia. Questo libro non ci parla di loro, ma lascia che siano gli stessi personaggi a raccontarsi, capitolo dopo capitolo. Questi ultimi sono difatti suddivisi tra le varie voci narrative, Guille e suo padre Manuel, ma anche la maestra Sonia e la psicologa Maria che cercheranno di far luce nei meandri familiari degli Antúnez. Trovo questa tecnica molto utile, perché ci fa percepire i diversi punti di vista. Inoltre il romanzo non contiene ripetizioni, in quanto il capitolo che dà la parola ad un determinato protagonista prosegue dagli eventi raccontati dal precedente narratore. Lo stratagemma adottato ci consente quindi di avere accesso ai pensieri più intimi dei vari attori, facendo sì che la narrazione non risulti tediosa. Anzi una delle caratteristiche di questo romanzo è quella di favorire la curiosità man mano che si procede con la lettura. Più si va avanti con le pagine, più si vuole sapere delle gioie e dei dolori del piccolo Guille, del mistero che avvolge la figura di Amanda, la madre del bambino, e delle cose che Manuel vuole assolutamente tenere nascoste. Altra cosa che predomina è il forte impatto emotivo, soprattutto per quanto riguarda i capitoli incentrati su Guille. Non si può non affezionarsi a lui, non si può non guardare con tenerezza al suo fantasioso progetto di diventare Mary Poppins. Se le parti di Guille sono quelle più coinvolgenti e sentimentali, non meno importanti sono quelle dedicate a Sonia e Maria, che con le loro riflessioni e azioni ci illustrano il difficile compito degli educatori e degli psicologi infantili. Con e tramite loro, vivremo i dubbi e le incertezze, ed infine le ardue e sofferte decisioni. Per di più proprio questi capitoli saranno quelli che ci aiuteranno a scoprire la verità su Guille e la sua famiglia. In generale tutto l'impianto narrativo è improntato come un progressivo cammino verso la realtà delle cose, e il dissolvimento delle bugie e dei segreti orditi negli anni. Un'ultima cosa fondamentale di cui vorrei parlarvi sono i temi affrontati. Come è ovvio, la trama principale ruota attorno al dolore per la perdita di un genitore (per Guille) e di un coniuge (per Manuel), e dei segnali d'allarme che non devono essere sottovalutati. Oltre a questo ve ne sono molti altri che, dapprima in sordina, prendono piede con l'andare delle pagine. Mi riferisco ad esempio al dramma delle spose bambine, come la piccola Nazia, costrette a subire le costrizioni dei loro padri-padroni, o alla difficoltà nell'accettare la diversità nei figli e un'eventuale transessualità, prendendo ad esempio l'atteggiamento oppositivo di Manuel nei confronti del suo bambino. Questi punti caratterizzano la lettura in modo fortemente educativo, salvaguardandone il piacere e la scorrevolezza, e rendendola adatta a persone di tutte le età.
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