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«Certo, il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualche cosa da dire su quello che sarà. Ma che sa il cuore?»
La redazione definitiva dei Promessi sposi uscì tra il 1840 e il 1842. Un romanzo per più aspetti "scandaloso": in primo luogo per la lingua nuova in cui è scritto, mossa e varia come mosse e varie sono le occasioni della trama, cui il linguaggio si piega senza mai rompere la propria sostanziale unità. "Scandaloso" è poi tutto il romanzo, con la sua pretesa di far assurgere a protagonisti personaggi anonimi che da sempre la storia trascura e dimentica. "Scandaloso" infine, questo romanzo cattolico, anche per quella sua maniera di esaminare il mondo ecclesiastico senza indulgenze, di scoprire e rivelare il male anche nei conventi e di dimostrare che un prelato è davvero alto non quando ricopre un'alta carica o discende da una famiglia illustre, ma quando questi privilegi sono messi al servizio degli altri.
Introduzione di Gabriella Mezzanotte. Con un saggio di Italo Calvino.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro letto qualche anno fa, una sola parola è indicata per questo romanzo:Bellissimo.
Contrariamente a quanto si possa pensare, i protagonisti de "I Promessi Sposi" non sono solo Renzo e Lucia. È un romanzo corale che parla dell'umanità e del rapporto di questa con Dio o, più in generale, con l'amore puro. L'avventurosa storia dei due promessi sposi fa solo da cornice all'enorme compendio di storie umane che si susseguono nel corso del romanzo, quasi fosse un'antologia legata dal filo rosso della vocazione, o del rifiuto, a far del bene. Oppressi, oppressori, ipocriti, frustrati, convertiti, benefattori, subdoli, saccenti e incompresi sono solo alcuni dei personaggi di cui si parla nell'opera di Manzoni. La giusta strada che un animo debba prendere è chiara all'autore, che mostra le conseguenze della cattiveria e della bontà, le ingiustizie causate da chi fa del male (o da chi, come donna Prassede, pretende di far del bene con presunzione e superficialità) e i premi destinati ai rigorosi o ai convertiti. È dunque, apertamente, anche un romanzo sulla speranza e sulla fiducia in Dio e nella sua provvidenza. Chiaramente, oggi tale messaggio risulta ingenuamente ottimista, ma va contestualizzato nella mente di un autore italiano ottocentesco. Fa storcere il naso anche l'esito del voto di castità di Lucia, risolto con perbenismo. Nonostante la tediosa prolissità di alcuni passaggi, lo stile narrativo è sempre accattivante, dotato di intelligente umorismo e con una struttura quasi cinematografica. Sotto alcuni aspetti è chiaramente un'opera figlia del suo tempo, ma sotto altri rimane più attuale che mai.
Grande classico, nulla da criticare in modo negativo. La narrazione da narratore onnisciente applicata da Manzoni, denota ancor di più la sua grandezza come autore
Recensioni
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