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La potenza incompiuta. Scenari di sicurezza europea nel XXI secolo
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Descrizione


A tre lustri dalla fine della Guerra Fredda è possibile iniziare a determinare le conseguenze planetarie di un evento così rilevante. La scomparsa dell'Urss e la fine del suo controllo sull'Europa orientale hanno portato all'estinzione della minaccia militare sovietica, che per decenni ha determinato le politiche di sicurezza globali ed europee, e alla cessazione del rischio di conflitto nucleare tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. Molti conflitti regionali, sostenuti e causati dalle frizioni tra le superpotenze, si sono andati spegnendo più o meno lentamente, ma gli auspici sull'avvento di una pace duratura, tanto diffusi all'inizio degli anni '90, sono rapidamente spariti. Il vagheggiato 'nuovo ordine mondiale' sostenuto dalle principali potenze fautrici della sicurezza collettiva non si è realizzato, cedendo il posto a coalizioni di 'volenterosi' che di volta in volta hanno affrontato con impegno e vigore differenziati prima le crisi innescate dalle recrudescenze etniche e poi la nuova minaccia del terrorismo internazionale.
In questo scenario globale l'Unione europea, nonostante i grandi progressi compiuti sul piano istituzionale e formale, stenta ad affermarsi in concreto come potenza politica e strategica. D'altra parte, solo attraverso una sostanziale convergenza dell'atteggiamento degli Stati membri in politica estera, al momento ancora lontana, l'Unione europea potrà divenire un interlocutore credibile a livello internazionale e svolgere un'azione di supporto alle Nazioni Unite nella gestione delle crisi nel rispetto delle disposizioni della Carta di San Francisco; disposizioni che sono state invece del tutto disattese in occasione delle recenti crisi in Afghanistan e in Iraq.
Il Trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa - se mai potrà entrare in vigore, considerando l'atteggiamento negativo da parte di alcuni Paesi in sede di ratifica - compie uno sforzo per conferire all'Unione una struttura normativa unitaria eliminando la struttura in pilastri. Tuttavia, emergono non trascurabili incongruenze fra le norme che regolano l'aspetto civile delle relazioni esterne - scambi commerciali internazionali, aiuti ai paesi in via di sviluppo, assistenza umanitaria - e quelle più specificamente connesse con la sicurezza e la difesa.
La questione di una politica europea comune in materia di sicurezza e difesa, dai negoziati sul Trattato di Maastricht fino al recente Trattato costituzionale europeo, risulta comprensibile - nei suoi aspetti politici, tecnici, strategico-militari - in un quadro storico e geopolitico complessivo, che tenga conto dei rapporti di forza tra gli Stati continentali e delle relazioni transatlantiche nell'epoca post-bipolare. Tale contesto fa da sfondo anche alla politica europea degli armamenti.
I problemi, e le soluzioni ai problemi, di sicurezza internazionale, non sono più incentrati solo su questioni militari; d'altro canto, nuovi attori transnazionali e non governativi, dalle multinazionali alle compagnie private di sicurezza stanno guadagnando spazi, prestigio ed influenza. Sebbene l'uso della forza e la gestione dei conflitti siano ancora prevalentemente connessi all'impiego di forze militari nazionali, la sicurezza internazionale ed europea non è più solo una questione di ordine militare e governativo. Solo un'analisi multidimensionale e di ampio respiro può essere d'ausilio per far luce sulle complesse tematiche relative alla sicurezza nel XXI secolo.
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4 novembre 2005
192 p.
9788846471666
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