La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta - Andrea Camilleri - copertina
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Letteratura: Italia
La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta
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Descrizione



«I racconti di Camilleri sono trascinanti e irresistibili, dolci e salati. E rinnovano uno dei pochi miracoli letterari italiani (il suo)». - Antonio D’Orrico

«Io al teatro sono debitore all’ottantacinque per cento della mia scrittura, non solo il teatro è presente, direi di più, è intricato dentro il mio modo di raccontare: l’uso dei colpi di scena, il disseminare di una serie di piccoli segni che poi confluiscono in un evento rivelatore...».

Queste parole di Camilleri trovano ancora una volta conferma in questo libro: a Vigàta, il palcoscenico di tutte le sue storie, si muovono protagonisti e comparse; recitano, ma sono persone vere, per i sentimenti che nutrono e per le avventure che vivono, avanzano sulla scena al ritmo impresso dallo scrittore, con un sottofondo musicale che è la lingua temeraria e irresistibile che ha inventato. Andrea Camilleri sostiene di non avere avuto una vita avventurosa ma che il suo diventa un racconto straordinario «perché straordinarie sono le persone - anche le più normali - che ho osservato, notato, conosciuto»; attinge così a una memoria sterminata, di letture e di teatro sì, ma soprattutto di incontri con fatti e personaggi della sua Sicilia; e le sue pagine fanno ridere e piangere, commuovere ed emozionare. Anche in questa nuova raccolta, ambientate tra Ottocento e Novecento, le storie sembrano, pur nella distanza temporale che le separa, comporre un unico romanzo. Nello Stivale di Garibaldi l’anno è il 1862 e l’esperienza breve di un fiorentino alla prefettura di Agrigento dice cosa fosse la Sicilia post unitaria. Gli echi del caso della contessa Trigona, sgozzata dall’amante nel 1911 in un alberghetto di Roma, scatenano un duello a Vigàta, ma il duello è contagioso come la peste e la prima sfida ne genera altre fino a coinvolgere il paese intero. Un cadavere va e viene nel Morto viaggiatore, da un campo di grano a un uliveto e da lì, passando per un emporio di abiti da uomo, continua il suo peregrinare in un esilarante scaricabarile; nella Cappella di famiglia, nel giorno della festa dei morti, vanno in scena a Vigàta storie di gelosie, tradimenti ed eredità in quel palcoscenico unico che è il camposanto. Nel Palato assoluto Caterino Zappalà è assalito dal dubbio: sfruttare economicamente le sue doti eccezionali di degustatore o rinunziarvi per riprendersi la normalità della vita? In tutti e otto i racconti di questa nuova raccolta risuona la passione civile, la Sicilia di Camilleri non è mai rassegnata o vinta, «è costantemente in movimento, in rivolta contro qualcosa e qualcuno».

Gli 8 racconti presenti in questo volume sono inediti ad eccezione de Lo stivale di Garibaldi e Il palato assoluto, già apparsi in edizione allegata alla rivista «Stilos» nel 2010.

Dettagli

20 ottobre 2016
336 p., Brossura
9788838935664

Valutazioni e recensioni

  • Concetta M.
    Camilleri non delude

    Inizio il mio 2025 letterario con Camilleri. Mi dico sempre di preferire i romanzi ai racconti, ma questo scrittore è l’unico che riesce a intrattenere il lettore anche con la narrativa breve. La sua ironia, la sua ricerca della contraddittorietà di forma e sostanza, che spesso ricordano Pirandello, è una firma della sua scrittura, come quel dialetto italianizzato che è ormai familiare.

  • RossellaMarcello
    Mai come in questo momento storico, questo libro aiuta a fuggire dalla realtà.

    Le notizie che corrono sui nostri smartphone e sugli schermi delle nostre tv, trattano oramai solo di morti innocenti, di giovani manganellati che urlano libertà, di donne senza possibilità di scelta e di mentecatti col braccio alzato liberi di camminare per le strade come se la storia non fosse mai avvenuta. La mia unica via di uscita la trovo solo in loro: i libri, che non discriminano e anzi, lasciano immergere in mondi di fantasia, dove un linguaggio inventato fa ridere e sorridere e dove alla fine la giustizia esiste e trova modo di vivere, libera, senza manganelli, lontana dalle bombe, cosciente del nostro vissuto per non ricadere negli stessi errori.

  • bello
    bello

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Foto di Andrea Camilleri

Andrea Camilleri

1925, Porto Empedocle (Agrigento)

Nato a Porto Empedocle (Agrigento), Andrea Camilleri ha vissuto per anni a Roma.  Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura".  S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista.Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio...

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