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Ho letto questo saggio sulla spinta dell’entusiasmo datomi dallo studio universitario di linguistica generale. Andrea Moro ha una capacità di spiegare i concetti, anche più ostici, rendendoli perfettamente comprensibili da parte di un’ampia platea di lettori. Per gli studiosi di linguistica, questo libriccino è da tenersi in conto come vade mecum, in cui sono condensate le linee di pensiero e le teorizzazioni sviluppatesi, come un filato poi composto in colorato arazzo, dall’antichità alla nuova frontiera dell’epoca contemporanea. L’unica “avvertenza” che mi sento di dare è che il saggio, pur essendo — come detto sopra — fruibile da parte di molti, può in ogni caso risultare un po’ ostico a coloro che sono novizi della linguistica. La comprensibilità è sì mantenuta per mezzo di una spiegazione cristallina; tuttavia, certi elementi di substrato teorico/tecnico che fondano i concetti possono essere meno trasparenti per coloro che non si sono mai approcciati a questa disciplina.
Un excursus storico-filosofico sulla linguistica, da Dio (quel che si riporta sulla bibbia ovviamente) a Noam Chomsky. Sono messi a confronto gli apporti conferiti da ciascun pensatore alla linguistica, i cui contenuti sembra vadano di pari passo con le scoperte in altri campi, in primis la biologia con l'evoluzionismo e le neuroscienze, e poi la psicologia cognitiva, la matematica e la logica. La teoria che sta alla base del pensiero dell'autore è che la struttura sintattica delle diverse lingue sembra rispondere alle stesse grandi regole universali presenti in tutte le lingue del mondo e della storia. Da qui la constatazione che il linguaggio umano sia una caratteristica unica della specie umana, scaturito dalla specifica strutturazione neurale del cervello. In altre parole un cervello così organizzato ed integrato dell'uomo ed un destino linguistico specifico, che può declinarsi in differenti costrutti lessicali ma che risponde a regole condivise tra tutti gli esseri umani. Una conseguenza di tale teoria e che il linguaggio umano si sia implementato in un momento specifico della storia evolutiva, come conseguenza di un nuovo equilibrio puntuato determinatosi da una salto piuttosto che da una evoluzione continua di tipo darwiniano. Pertinente quindi la metafora dell'autore che paragona il linguaggio umano al fiocco di neve che si crea in un solo istante per specifiche cause fisiche che si realizzano contemporaneamente, di contro al collo della giraffa, oggetto di un adattamento continuo sviluppatosi nel tempo.
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