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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2017
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Vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa 2018
Problema: sei uno scrittore fallito sulla soglia dei cinquant'anni. Il tuo ex fidanzato, cui sei stato legato per nove anni, sta per sposare un altro. Non puoi andare al suo matrimonio, sarebbe troppo strano, e non puoi rifiutare, sembrerebbe una sconfitta. Sulla tua scrivania intanto languono una serie di improbabili inviti da festival ed editori di tutto il mondo. Domanda: come puoi risolvere entrambi i problemi? Soluzione: accetti tutti gli inviti, se sei Arthur Less. Inizia così una specie di folle e fantasioso giro del mondo in 80 giorni che porterà Less in Messico, Francia, Germania, Italia, Marocco, India e Giappone, riuscendo a frapporre migliaia di chilometri tra lui e i problemi che si rifiuta di affrontare. Cosa potrebbe andare storto? Tanto per cominciare, Arthur rischierà di innamorarsi a Parigi e di morire a Berlino, sfuggirà per un pelo a una tempesta di sabbia in Marocco e arriverà in Giappone troppo tardi per la fioritura dei ciliegi. In un giorno e in un luogo imprecisati, Less compirà i fatidici cinquant'anni: questa seconda fase della vita gli arriverà addosso come un missile, trascinando con sé il suo primo amore e anche l'ultimo.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un libro molto bello, con una premessa molto intrigante che l'autore è riuscito ad eseguire bene. Questo libro affronta molto bene il discorso dell'ansia.
Molto piacevole, scorrevole.
"Lui bacia... come potrei spiegare? Bacia come uno che è innamorato. Come se non avesse niente da perdere. Come chi ha appena imparato una lingua straniera ed è in grado di usare solo il presente e la seconda persona. Solo adesso, solo tu. Ci sono uomini che non sono mai stati baciati così. E ce ne sono che si accorgono che dopo Arthur Less non lo saranno mai più". Arthur Less è uno scrittore cinquantenne che ha sempre vissuto all'ombra degli altri. Ancora dotato di un'ingenuità disarmante, riesce sempre a cavarsela (più o meno) egregiamente nella vita, e senza rendersene conto. Dopotutto, lui non è altro che un maschio bianco, con i tipici problemi del maschio bianco. Pur essendo omosessuale, viene definito un "cattivo gay": la sua innocenza e amabilità gli hanno permesso di non patire le stesse sofferenze della comunità LGBT, stigmatizzata per via della disinformazione sull'AIDS quando lui aveva vent'anni, e da sempre vittima di violenze e discriminazioni. Less non lo sa, ma è un uomo molto fortunato. Lo si ama per i suoi pregi e i suoi difetti. Ci si affeziona a lui per le figuracce che fa di continuo, per le sue lamentele insensate, per la sua totale incapacità di riconoscere l'amore e – di conseguenza – di valorizzarlo. Perché lui non vuole fare del male a nessuno. Semplicemente, non si rende conto della portata delle sue parole, delle sue azioni, dei suoi sentimenti. L'autore ci mostra il meglio e il peggio di Arthur Less, in quello che è un metaromanzo sugli occidentali in viaggio. Molti riconoscerebbero in lui la figura dell'inetto, ma non è così: la sua ingenuità e la sua scarsa autostima lo salvano anche da questo schema, da questa ingiusta etichetta. Perché con l'inetto non si empatizza. Con Less, invece, sì. Si può provare compassione per Arthur, che vive all'ombra di qualcuno di più grande perché pensa (e sa) di non valere abbastanza. Tutti quanti, almeno una volta nella vita, per un momento o per un lungo periodo, siamo stati Less: inconsapevoli di ciò che facevamo. Tutti quanti, almeno una volta nella vita, siamo scappati da qualcosa o da qualcuno, proprio come cerca di fare Less con il suo giro del mondo. L'unica differenza fra lui e gran parte di noi può essere soltanto questa: l'inconsapevolezza che per noi dura poco, lui se l'è trascinata fino ai cinquant'anni. Chi è senza peccato scagli la prima pietra: donate il vostro cuore ad Arthur Less. Non posso garantirvi che ne farà buon uso, ma so per certo che non ve ne pentirete.
Recensioni
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