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Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2015
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Oltre che prezioso testimone obiettivo della storia italiana, Del Boca rivela in questo libro doti di narratore non inferiori a quelle dei più grandi esponenti della letteratura italiana del '900. I capitoli/racconti che compongono il libro insegnano che "scegliere" è sempre un atto doveroso verso se stessi: delle scelte dei singoli si compone la storia dei popoli, e abdicare alla scelta può rivelarsi fatale a sé e alla collettività. Fascismo o antifascismo: ogni via di mezzo è un'abdicazione della quale presto o tardi ci si rende conto d'esser colpevoli. Un insegnamento quanto mai necessario nell'Italia di oggi, sempre animata dalla tentazione di rendere labile e incerto il confine fra i due lati della barricata.
Oltre che prezioso testimone obiettivo della storia italiana, Del Boca rivela in questo libro doti di narratore non inferiori a quelle dei più grandi esponenti della letteratura italiana del '900. I capitoli/racconti che compongono il libro insegnano che "scegliere" è sempre un atto doveroso verso se stessi: delle scelte dei singoli si compone la storia dei popoli, e abdicare alla scelta può rivelarsi fatale a sé e alla collettività. Vero e autentico.
Dopo l’8 settembre 1943, giorno in cui fu proclamato l’armistizio, con l’occupazione dell’Italia da parte delle truppe tedesche e poi la liberazione di Mussolini dalla prigionia sul Gran Sasso e la successiva nascita della Repubblica Sociale Italiana, uno stato fantoccio voluto fermamente da Hitler, gli italiani si trovarono nel dilemma se aderire al ricostituito partito fascista, se combattere gli occupanti o se cercare di tirare avanti senza assumersi delle responsabilità. Questa terna di scelte divenne un problema più pressante nel momento in cui Rodolfo Graziani, divenuto ministro della Guerra, indisse le chiamate di leva. Questa situazione fu vissuta direttamente anche da Angelo Del Boca, in un’incertezza costante e avvilente e alla fine lui - nato quando Mussolini aveva già imposto nel 1925 la sua dittatura, cresciuto a libro e moschetto, anche timoroso di eventuali e probabili ritorsioni nei confronti della sua famiglia - quasi ob torto collo, finì per arruolarsi. Entrò cosi a far parte della divisione alpina Monterosa, inviata in Germania per un duro periodo di addestramento. Là furono ben preparati e tornati in Italia, nonostante che il duce nel corso di una visita al reparto avesse assicurato che sarebbero stati impiegati sulla Linea Gotica contro gli anglo-americani, furono invece utilizzati per vaste operazioni di rastrellamento nelle retrovie. Se i più erano ancora non convinti della scelta fatta, altri, dei veri e propri fanatici, diedero prova di efferatezze e crudeltà contro l’inerme popolazione, circostanza che provocò moltissime diserzioni e fra quelli che se ne andarono, passando ai partigiani, ci fu proprio Angelo Del Boca. É di questo che parla il suo libro, delle sue titubanze, delle angosce nel prendere la sofferta decisione di arruolarsi nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana e poi nella piena consapevolezza che questa scelta era sbagliata, che non si doveva stare con i fascisti, ma era indispensabile unirsi ai partigiani. La scelta é un romanzo storico atipico, anche per come é strutturato, rappresentato come é da quadri, una sorta di racconti tuttavia concatenati da quell’unico filo logico costituito dal problema della difficile e sofferta decisione. É un libro soprattutto sincero e onesto che cerca anche di comprendere i motivi di chi aderì in buona fede alla Repubblica Sociale Italiana, ma conclude evidenziando che quegli stessi motivi di onore avrebbero dovuto ravvedere questi repubblichini di fronte alle infamie e scelleratezze commesse dalle truppe fasciste. Lo stile é semplice e scorrevole, mai ridondante, misurato direi; ne esce un testo di notevole valore, in cui equilibrio ed equità di giudizio sono sempre presenti. Con la Liberazione finì il periodo della Resistenza, ma è chiaramente evidenziato da Del Boca che l’immediata restaurazione, lo svilimento continuo di chi combatté per un’Italia libera e democratica, il revisionismo ripetuto si mostrarono subito e la conclusione è amara, perché passando dalla famosa vicenda del governo democristiano Tambroni sorretto dal Movimento Sociale Italiano a personaggi più recenti, decisamente populisti, come Berlusconi e Renzi, si evince che il popolo italiano non ha perso le sue radici fasciste, continua a essere socialmente prevaricatore e infine è sempre animato dal desiderio di affidare le sue sorti a un uomo della Provvidenza, e ciò nonostante le tragiche esperienze patite. La scelta è veramente un bel libro, la cui lettura è da me vivamente raccomandata.
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