L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Quale titolo più azzeccato, per un libro onirico, di: Sognando Maria Callas? Si, perché Sognando Maria Callas è come quei sogni che quando ti svegli senti che sono importanti, molto importanti, perché ti fanno sentire bene, come se qualcosa dentro si fosse aggiustato ma non sai spiegarti perché, non riesci a interpretarli e allora vuoi raccontarli a qualcuno, qualcuno più bravo di te che magari capisca i simboli nascosti nel sogno e ti sveli il mistero che senti che c’è, è lì, a portata di mano. Solo che non è facile raccontarlo, perché si sa, i sogni sfuggono alle definizioni, saltano da una cosa all’altra in maniera apparentemente sconclusionata anche se mentre sogni è tutto nomale, ha un senso. Ma non appena ti avventuri a raccontarlo, la logica sembra svanire… e allora racconti le parti ‘normali’, dici dove era ambientato il sogno: Bologna, e che c’era questo ragazzo, Enea, e i suoi amici… che vogliono fare un film. E poi ti riduci a raccontare i personaggi, un’attrice dallo strano carattere, una ragazza misteriosa, amici insoliti forse, e qualcuno ti chiede: perché insoliti? Che intendi? E tu dici: non lo so, è più una sensazione… e più lo racconti, più ti sembra di allontanarti dal senso profondo del sogno, senti che stai focalizzando la cosa sbagliata, che il sogno non era fatto di quello, ma di altro, del non detto, del sottointeso. Sai che c’è molto altro… ma non sai come dirlo, come farlo capire a chi ti ascolta… e vorresti portarlo nel tuo sogno, nelle sensazioni che il sogno ti ha lasciato appiccicate addosso come una seconda pelle. Tutto questo - e molto di più - è Sognando Maria Callas che, come il sogno nel sogno di Inception è fatto di due libri (e poi tre, quattro, cinque…) la storia e le note, e all’interno di ognuno, altri libri, altre storie, altri sogni, racconti, poesie, immagini. E’ un libro nel libro, e poi ancora più giù, in profondità dove, improvvisamente, ti ritrovi in altri paesaggi e non sai come ci sei arrivato ma non ti stupisci, proprio come nei sogni. A ogni livello una nuova esperienza, e proprio come in Inception, più ti addentri, più rischi di perderti e di non sapere dove sei, qual è la realtà, il libro originale, quello che stavi leggendo, che avevi iniziato a leggere... ammesso che davvero tu abbia iniziato a leggerlo e non stia solo… Sognando Maria Callas.
Il primo romanzo di Alessandro Ansuini arriva solamente oggi, nel 2015, venticinque anni dopo l’inizio della sua storia di amore e odio con la scrittura. Cosa ha fatto Ansuini in questi venticinque anni? Ha scritto di tutto, ha recitato di tutto, ha inciso di tutto, ha sperimentato di tutto, ha girato ovunque, ha ideato movimenti, ha contribuito a farli diventare “qualcosa” e poi ad abbatterli, ha viaggiato, ha collaborato, ha fotografato, ha disegnato, ha sceneggiato, ha suonato musica elettronica, è stato attore in un film, ha fondato una casa editrice clandestina, si è perso, si è ritrovato, si è riperso, si è annoiato. E tutto questo solamente per arrivare a questo libro. Perché senza quei venticinque anni lì, “Sognando Maria Callas” oggi non ci sarebbe. Dunque, ha avuto senso aspettare tutto questo tempo? Sì. Il libro è un piccolo capolavoro, una delle cose più interessanti lette negli ultimi anni. Lo è per la forma del libro (stampato su carta ma nato evidentemente per essere un e-book) e lo è per il contenuto, esempio estremamente esemplificante di cosa debba e possa essere la scrittura oggi. Il romanzo si articola in 26 capitoli da leggere assieme alle 77 note: il consiglio che do è quello di munirsi di due segnalibri e, al termine di un capitolo, andare a leggere le relative note. Solamente in questo modo si riusciranno a seguire la storia e le contorsioni che farà Enea e solamente in questa maniera si riuscirà ad arrivare, in perfetto sincrono, con il finale a sorpresa. La storia? Siamo in una Bologna dei giorno d’oggi, città anarchica e propositiva, città dove tutti sognano di fare qualcosa ma in cui le cose si muovono per rimanere in realtà sempre ferme. Enea fa parte, assieme ad altri ragazzi, di una factory il cui obiettivo è quello di girare un film coinvolgendo una vecchia icona caduta in disuso. Ma la vera storia è perdersi nei punti di vista di Enea, nel suo nichilismo, nella sua ferma volontà di non appartenenza. È entrare nelle pieghe dei suoi ricordi, dei suoi amori andati, delle sue radici volate via, nelle feste surreali, nella descrizione dei personaggi, dei colori. È un viaggio in cui incontreremo tanto alcool, tanta droga, tante ragazze con le calze colorate. E Ada. E Maria Callas. Perché leggerlo? Perché un libro così non capita tutti i giorni. Perché il mondo della letteratura è pieno di addetti alla catena di montaggio e Ansuini, ecco, è l’operaio che si è messo a mangiare il panino, beato, mentre la macchina sferraglia assatanata di metallo, mentre il supervisore gli urla contro con la bava alla bocca. Ecco cosa è la letteratura e cosa è questo libro: è quel sorriso lì.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore