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La guerra del Kosovo è stata vissuta dall’opinione pubblica italiana, per una breve stagione, come un controverso e tragico evento di politica internazionale. Poi è scomparsa dalle cronache. Ma dietro e dentro quel conflitto c’è una realtà che non è scomparsa, ma è anzi esplosa nella sua dimensione di conflitto etnico e di retroterra della criminalità albanese in Italia e in Europa. L’autore di questo libro che è stato comandante della missione Unmik in Kosovo, ha diretto le indagini sui crimini di guerra e guidato la polizia criminale, descrive, nelle sue pagine, i riti e le radici degli scontri etnico-religiosi fra serbi e albanesi. Racconta l’organizzazione e le regole non scritte dei clan. La torre dei crani è in Kosovo il monumento vivente di un orrendo massacro di seicento anni fa. Ma anche oggi incriminare qualcuno per un omicidio, in quella terra disperata, è «come fare una multa per eccesso di velocità ai piloti sulla pista di Indianapolis».
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