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“La letteratura è sempre fatta di altra letteratura” in questo breve periodo, posto come monito dell’elaborato, Antonio Perrone racchiude l’essenza di una singolare ricerca intorno all’immagine delle foglie cadenti. In esso si racconta, con uno stile elegante e scientifico, al tempo stesso, la storia di un topos, che percorre le pagine della letteratura in termini diacronici e diatopici. Attraverso luoghi, storie e tempi l’immagine delle foglie cadenti ha assunto diversi valori semantici, spaziando dalle più tetre sfumature a toni licenziosi ed erotici, come tra l’altro si evince dal titolo “Tra erotismo ed esistensialismo”. Il progetto pone come principio d’indagine la letteratura culla della civiltà, quella greca, conosciuta dall’autore in modo approfondito e sottile, il quale l’ha passata a rassegna in modo puntuale, dimostrando quando sia necessaria ed utile la conoscenza di questo mondo da cui tutto ha origine. Nel particolare Omero, Simonide e Virgilio, primi autori menzionati dal Professore, vengono assunti quali testimoni di un topos che mai cesserà di essere e che influenzerà, nonostante l’incedere del tempo, autori come Rilke in Herbest, Ungaretti in Soldati. Si tratta dunque di una ricerca volta a sottolineare, come un’immagine del passato, nel caso specifico quella delle foglie, emblema di una vita caduca, continui a trascinarsi, influenzando popoli lontani nel tempo e nello spazio. La letteratura, come dimostra il Professore, non è solo la storia di un fil rouge che percorre il suo tempo lungo una retta, ma anche e soprattutto il vissuto di un’immagine, che cambiando direzione si apre a nuove prospettive, percorre nuovi spazi, fino ad esplorare, come in questo caso una territorio semantico radicalmente opposto, quello dell’erotismo, come nel caso del poeta greco Mimnermo le cui reminiscenze sono ravvisabili in Saba. La ricerca di Antonio Perone diviene dunque un territorio che, con il passare delle pagine, assume forma, un lavoro in fieri che come unico scopo, a mio avviso, quello di dimostrare la linea retta che collega la letteratura alla vita. Ogni prodotto letterario è infatti frutto del suo tempo, ogni immagine specchio del portato storico-antropologico della storia degli uomini, come è a più riprese sottolineato dai continui richiami nel corpus agli aspetti storico-sociali. Dunque una ricerca in fieri che non ha limiti, volta a dimostrare l’essenza antropologica della letteratura. Una letteratura che assume anche toni ed aspetti scientifici, frequenti sono infatti i richiami all’insiemistica volta a porre in assetto il tema trattato. L’utilizzo dell’insiemistica appare inoltre propedeutico, come scrive lo stesso Perrone a sottolineare: Il topos crea tradizione, si comporta cioè alla stessa maniera di un canone, definisce, condiziona, e struttura il materiale letterario. Inoltre, proprio come il canone, ci porta subito a compiere un passo indietro. […] Il topos crea tradizione, si comporta cioè alla stessa maniera di un canone: definisce, condiziona, e struttura il materiale letterario. Inoltre, proprio come il canone, un topos si dilata temporalmente, e questa sua capacità intrinseca di travalicare il tempo lo rendo strumento perfetto di unione tra antico e moderno, tra ciò che oramai è classico e ciò che ancora dovrà esserlo, questo perché la struttura di un topos fa si che lo stesso divenga, nel tempo, compresenza di materiale vecchio e nuovo”. Un lavoro senza confini, ma completo. La scrittura elegante accompagna l’elaborato e accompagna noi nella storia di un’immagine e ci ricorda che la letteratura non ha confine fisico e temporale fin quando esisterà la storia degli uomini.
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