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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2017
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Fatto di bellissime frasi però l’ho trovato incompleto, mi è mancata la descrizione dei personaggi così da poter empatizzare a pieno.
Il libro segue la storia di due ragazzi, Yannick e Ifem, che vivono ai margini della società e che sono costretti a scontrarsi con la dura realtà del razzismo e della povertà. Yannick cade nel giro della droga, Ifem cerca di aiutarlo ma non può fare molto per lui, e la loro storia d’amore procede in questo mare turbolento. A livello sintattico, il libro presenta frasi troppo iconiche e sensazionaliste, tenute insieme da una costruzione eccessivamente ipotattica. È sicuramente una lettura che offre una finestra su una parte di mondo che resta solitamente nascosta, e che può aiutare a comprendere situazioni apparentemente lontane dalla nostra quotidianità, ma che in realtà ne fanno decisamente parte.
"Chi sta male non lo dice" è la storia di due giovani ragazzi, cresciuti tra le difficoltà e le vicissitudini tipiche di chi è figlio di immigrati. I due giovani vivono in quartieri difficili, si interfacciano con amicizie e compagnie sbagliate, sentono di avere il mondo contro di loro e di non poter aver un posto, o meglio, il proprio posto in un paese che ai loro occhi sembra enorme. È una storia fin troppo piena di mancanze, assenze, abbandoni, di come è difficile credere nella vita quando questa ti toglie più di quanto ti dà. È indubbiamente un racconto forte, un pugno nello stomaco. E' la storia di chi - nonostante tutto - impara che nella vita non è mai troppo tardi e, soprattutto, si impara a ricordarsi che “chi sta male non lo dice”. Da un punto di vista più critico, la narrazione in alcuni tratti l'ho trovata troppo rallentata e in altri troppo frettolosa, come a voler rimediare alle parti del racconto un po' troppo flemmatiche. I temi trattati sono estremamente importanti e crudi, vengono toccati da tutti i personaggi ma in maniera differente e personalizzata. E' una lettura di per sé piacevole, nonostante le tematiche ma, a tratti, faticosa da portare a termine a causa di un ritmo non del tutto incalzante. Il linguaggio, in alcuni momenti, è fin troppo colloquiale ma sicuramente apprezzabile per alcune fasce di età. Non mi sento di consigliare questa lettura senza fare una premessa: se ci si vuole interfacciare ad argomenti simili ma con una nota giovanile, fa al vostro caso ma non è una lettura che scorre dritta fino all'ultima pagina. "Chi sta male non lo dice" è comunque una lettura che porto sicuramente nel mio bagaglio!
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