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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2009
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Ciascuno dei racconti ci induce ad affrontare la più vertiginosa delle questioni: quella del tempo che fugge cancellando i nostri ricordi nelle sabbie mobili del passato. Monologhi interiori che si sviluppano nell'interlocuzione con ciascuno dei personaggi che popolano questo straordinario libro colmo di intensi spunti di riflessione. Da leggere assolutamente
Il tempo non passa, il tempo invecchia. Ecco il concetto alla base di questo piacevole e delicato libro di Antonio Tabucchi composto da nove racconti che si differenziano tra loro per l’ambientazione geografica e storico-politica e per l’eterogeneità dei protagonisti e delle storie, ma sono tutti accomunati da un’atmosfera melanconica e da un’idea di impotenza davanti all’ineluttabile invecchiare del tempo. Dalla Svizzera al Maghreb, dal Kosovo alla Croazia, dalla Romania ad Israele, da Roma a Creta, e poi la Germania Est della Stasi, l’Ungheria dell’invasione sovietica e la Russia di Putin, il Portogallo di Salazar, la Polonia socialista, l’Italia del Grande Fratello. Visioni ancestrali che offuscano il presente; ricordi d’infanzia che tornano su letti di morte; un militare che attende pazientemente i devastanti effetti dell’uranio impoverito sulla sua salute cercando di leggere il futuro nelle nuvole; un uomo che ha passato la vita a spiare gli altri senza accorgersi di quello che accadeva nella propria casa; generali nemici che si incontrano a distanza di anni trascorrendo insieme i giorni più belli della loro esistenza; canzonette che rievocano un tempo ormai sparito, evaporato, marameo; avvocati di Stato che usavano trucchi cinematografici per alleviare le pene ai propri assistiti; un vecchio convinto di trovarsi in un’altra città; un uomo che si trova a vivere da protagonista una storia che lui stesso aveva inventato per combattere l’insonnia. Ogni personaggio è impegnato in un personale faccia a faccia con la propria vita passata, presente e futura, ma i confini tra ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà non sono ben definibili, il tempo si confonde, si intreccia, si nasconde. E’ difficile tracciare bilanci senza pensare al domani, è impossibile fare progetti senza fare i conti con un passato che riappare con la forza di una mandria di cavalli selvaggi che galoppano vorticosamente in cerchio, o che scava pian piano nell’anima come il suono ipnotico delle gocce, una diversa dall’altra, che cadono da una flebo: clof, clop, cloffete, cloppete.
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