Fuga dal destino

Romanzo d'esordio che pare essere scritto da un autore di lunga esperienza. Una spy story col ritmo narrativo del thriller che ti tiene incollato alle pagine dalla prima all'ultima. Ha un inizio molto descrittivo per introdurre il lettore nella dimensione del libro. E devo dire che ci riesce anche bene. Dopo le prime pagine acquisisce una velocità incredibile e viene voglia di divorare le righe. La trama è molto originale. Mai vista personalmente una trovata di questo genere. Da notare è anche, anzi soprattutto, la cura dei dettagli e vedere come poi tutto si incastra alla perfezione. Potrebbe essere tranquillamente la sceneggiatura di un film d'azione. Bello. Veramente bello e consigliatissimo per gli amanti del genere.

Mi trovo in difficoltà a recensire “Fuga dal Destino” di Antonio Traficante, anche perché, arrivo dopo molte recensioni ottime e rischio di ripetere pensieri già esposti da altri lettori; il libro è bello e non c'è dubbio alcuno sulla bravura dell'Autore. È un racconto dalla trama tirata come un elastico quasi sul punto di rompersi, ma che non si rompe mai; merita una lettura attenta, scene veloci e curate nei minimi particolari, che fanno pensare più ad una sceneggiatura cinematografica che ad un libro giallo, ma di sicuro anche questo qualcuno lo avrà già detto. Io ho lavorato una vita al Porto, come non rimanere sorpreso dalla ricchezza di particolari con la quale l'Autore costruisce le scene dentro il terminal portuale, con Kazemian, rinchiuso dentro un container, e l'organizzazione per farlo uscire senza incappare nei controlli doganali. Denota un'attenzione speciale e il tentativo riuscito, di scrivere la fantasia ben appoggiata sulla base del reale. La figlia del protagonista, Kimiya, che rampogna il genitore rivendicando la sua volontà tradita, che era quella di non cambiare vita, posto, amici, in nome di un'ideale che ancora non capiva. Tutto il racconto è sostenuto da personaggi intensi, dai caratteri forti, la trama appassionante, non va raccontata, l'Autore si; come tutti gli scrittori al primo libro, anche lui, a suo modo si racconta, attento a tutto al limite della pignoleria, Antonio Traficante, prima di scrivere una scena, lo immagino intento ad informarsi nei minimi particolari della reale ambientazione, del modo di esprimersi più appropriato, dei costumi e del mobilio, così sarà anche nella vita quotidiana? Forse. Di sicuro non lascia i calzini in giro per la casa.

Ho letto “Fuga dal destino”, di Antonio Traficante, su consiglio di un’amica, dato che il thriller non è il mio genere. E infatti ho faticato sulle prime pagine a seguire la trama, ricca di personaggi e luoghi accuratamente caratterizzati e descritti. Ma non appena sono entrata nella narrazione dinamica tipica del genere e ho conosciuto più profondamente i personaggi, non sono più riuscita a smettere! Il romanzo ha tutte le (con)vincenti caratteristiche della sceneggiatura di un film d’azione, con descrizioni immediate, semplici, realistiche, che lasciano il lettore sospeso, con la curiosità di conoscere l’evolversi dell’azione. Salvo poi riacquistare le sembianze di romanzo ogni volta che il racconto degli eventi è addolcito da sapienti fotografie, quasi romantiche, degli stati d’animo dei personaggi o dei luoghi. La trama è fantasiosa ma verosimile, con colpi di scena ancora una volta tipici di uno spy film di successo: un dispositivo tecnologicamente avanzato, una donna in grado di pilotare un aereo fantasma con il solo ausilio della mente, una squadra di agenti speciali con comportamenti non sempre convenzionali, un ingegnere iraniano da proteggere, una ragazzina dai sogni premonitori, una famiglia che resta coinvolta, suo malgrado, nella vicenda, un “cattivo” sempre ed inspiegabilmente un passo avanti sui “buoni” . La ricchezza nei dettagli di luoghi, periodi storici, dialetti locali ed eventi reali, è frutto di una ricercatezza e cultura personale tipiche dei grandi scrittori di thriller. In definitiva, un autore da tenere d’occhio e un romanzo da gustare senza interruzioni, come fosse un film in prima visione.