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Nationality Letteratura: India
La tigre bianca
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La tigre bianca - Aravind Adiga - copertina
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tigre bianca

Descrizione


Vincitore del Man Booker Prize 2008

Seduto alla sua scrivania, l'imprenditore autodidatta Balram Halwai, detto la Tigre Bianca, scrive sette lucide e impietose lettere al primo ministro cinese che si appresta a visitare l'India. Gli racconta delle proprie origini e della propria storia: la storia di un ragazzo di una delle caste più basse che da un fangoso villaggio all'interno del paese (dove "ogni buona notizia si tramuta in una cattiva notizia, e in fretta") arriva a New Delhi, dove mall luccicanti, sontuosi palazzi e auto tirate a lucido da magri autisti in ciabatte si accostano a bordelli di lusso con bionde prostitute dell'Europa dell'est. Qui, nel nuovissimo quartiere di Gurgaon, Balram Halwai assiste alla progressiva e inarrestabile corruzione del suo padrone, ne assimila la mentalità e intuisce che il modo per fuggire dalla gabbia della miseria esiste: commettere un omicidio, rubare e mettersi in proprio. Grazie a un duro lavoro, a pasti trangugiati in fretta, a un codice morale dettato dalle necessità produttive, ma soprattutto applicando le auree regole degli affari apprese da Mr Ashok, il suo defunto ex principale, il successo non tarda ad arrivare. Per il futuro si vedrà: forse potrebbe investire parte del proprio capitale in una scuola per i bambini poveri di Bangalore: una scuola piena di Tigri Bianche, in cui non si parli né di Gandhi, né dei 36 milioni di divinità indiane.
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Dettagli

2017
Tascabile
7 agosto 2017
The white tiger
9788806236434

Valutazioni e recensioni

 Lina
Recensioni: 4/5
La tigre bianca

Scrittura avvincente e scorrevole.

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 Vitaliano
Recensioni: 5/5
L'India vista da Aravind Adiga

Arrivo tardi a conoscere questo nuovo (per me) scrittore. L’opera prima con cui Aravind Adiga ha vinto il Booker Prize è, infatti, del 2008. Adiga, attraverso la forma epistolare, non nuova ma relativamente originale per un romanzo, trova modo di raccontare “la sua India” o perlomeno quella parte di India che lui intende denunciare. Dissacrante verso i miti della sua terra - Gandhi, il Gange, le divinità - crudo nella descrizione delle condizioni disumane in cui vivono milioni di suoi concittadini rinchiusi in una metaforica gabbia - la Stia dei polli - cruento nel raccontare la scalata sociale cui il protagonista ambisce, Adiga tratteggia un paese che sembra l’anticamera dell’inferno. Il protagonista infatti, Munna Balram Halway, “la tigre bianca”, racconta la sua storia attraverso sette lettere che invia a Wen Jiabao, (reale primo ministro cinese dal 2003 al 2013) che sta per recarsi in India per capire i motivi del boom economico di quel paese. Balram è uno dei milioni di indiani poverissimi che deve lasciare la scuola, nonostante indubbie qualità, per aiutare la famiglia. Ma grazie ad una ferrea volontà di uscire da quella “stia” riesce a procurarsi un ambitissimo lavoro di autista alle dipendenze di un imprenditore. Ma l’ambizione è forte e non esita ad assassinare il suo stesso datore di lavoro, cui pure è molto legato, per proiettarsi sempre più in alto. Le lettere che scrive a Jiabao sono il mezzo che Adiga utilizza per denunciare una società priva di scrupoli, in cui impera una corruzione smodata, che non esita a ricorrere ai crimini più efferati per raggiungere ricchezza e affermazione sociale. Proprio mutuando i sistemi del suo datore di lavoro e della sua famiglia Balram diventa, a sua volta, un ricco e affermato imprenditore. Un libro che vale la pena di essere letto. Certo non un capolavoro ma un romanzo avvolgente che si legge agevolmente.

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RICCARDO FUMAGALLI
Recensioni: 5/5

Ho letto questo libro per prepararmi ad un viaggio in india e devo dire che apre gli occhi su molti aspetti di questa affascinante società molto diversa dalla nostra, dalle caste, al valore del lavoro, dalle ingiustizie al sapersi arrangiare. É una storia dura e cruenta che potrebbe anche essere vera, accadere domani o essere già accaduta, alcune vicende ci sembreranno strane, ma si tratta di un libro molto più vicino alla realtà di quanto si creda. Un vero trattato sociale dell'India moderna.

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Recensioni

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Recensioni: 5/5
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Aravind Adiga

1974, Madras (India)

Giornalista e scrittore, dopo avere soggiornato in vari paesi - fra cui l'Australia, l'Inghilterra e gli Stati Uniti - attualmente vive a Mumbai. Ha iniziato la carriera professionale come giornalista finanziario nella redazione del Financial Times, poi come corrispondente del Time in Sud Asia, diventando in seguito freelance. La Tigre Bianca (Einaudi, 2008) è il suo primo romanzo, e grazie ad esso ha vinto il Man Booker Prize 2008. Fra due omicidi è edito da Einaudi nel 2010, L'ultimo uomo nella torre nel 2012.

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